Il nostro Paese : una superpotenza culturale

15 Settembre 2008   17:32  
Presentazione a Roma della prima opera multimediale sulla storia migratoria italiana
Un’opera al femminile, in grado di coniugare ragione e sentimento, pathos e cultura, dolore e speranza.
Quattro anni di fatica e fervore, studi, viaggi, interviste e ricerche appassionate, il tutto distillato in un  prezioso cd-rom il cui indice stampato riempie ben 15 pagine.
Si chiama “I segni dell’emigrazione” e si pone già come punto di riferimento accademico per tutti quanti vorranno studiare e approfondire il complesso fenomeno della storia migratoria italiana.
Il progetto, pensato e compiuto da Tiziana Grassi, scrittrice e autrice di programmi per Rai International, dall’antropologa Catia Monacelli con la collaborazione dell’abruzzese Giovanna Chiarilli, giornalista e autrice del programma di Rai International “Sportello Italia”, si avvale del patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma e del Museo Regionale dell’Emigrazione “Pietro Conti” di Gualdo Tadino.
Presentato il 10 settembre scorso presso il circolo del Ministero degli Affari Esteri, il lavoro delle tre autrici ha dato vita ad un interessantissimo e quanto mai attuale dibattito, moderato dal conduttore del Tg1 Filippo Gaudenzi, e presenziato da personalità di alta levatura culturale e politica come l’Ambasciatore Umberto Vattani, Presidente dell’Ice, il sottosegretario agli Affari Esteri Alfredo Mantica, il Direttore Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale al Ministero degli Affari Esteri Gherardo La Francesca, Piero Badaloni, Direttore di Rai International (oggi Rai Italia, nomenclatura che nasce dal desiderio di esportare ed importare l’orgoglio delle radici italiane), Alessandro Masi, Segretario Generale della Società “ Dante Alighieri”, Antonio Corbisiero, Direttore Editoriale de “Il Grappolo sas” e infine Mario Morcellini, Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma, nonché relatore dell’opera.
Ad aprire l’evento un commovente filmato che ha celebrato e ripercorso un secolo di emigrazione italiana, accompagnato dalle intense musiche di Stefano Vittozzi e seguito dal primo intervento della serata, offerto dall’Ambasciatore Vattani che si è subito congratulato con le tre autrici per la completezza e l’abnegazione che i documenti racchiusi nel progetto manifestano, sottolineando l’importanza e la decisività del ruolo della donna nell’emigrazione e soprattutto nell’immigrazione degli italiani nelle difficili realtà estere quasi mai pronte ad accoglierli, trovando sensato a tal proposito che siano state proprio delle donne a realizzare l’appassionante ricerca, uno studio di grande utilità che dovrebbe essere al più presto veicolato nelle scuole, orfane di un programma didattico che includa la storia degli emigranti italiani, grandi esportatori della nostra cultura in tutto il mondo. Un invito esplicitamente rinnovato nell’ intervento di Alfredo Mantica, che ha esordito affermando l’estrema importanza della dimensione culturale italiana a livello internazionale, e definendo il nostro Paese come la più grande superpotenza culturale al mondo.
Molto pertinente ed interessante in tal senso, il discorso di Gherardo Della Francesca, che ha partecipato all’evento promuovendo il concetto di cultura in qualità di energia rinnovabile, “ non nel senso che non possa essere distrutta, ma nel senso che riproduce se stessa  tramite la diffusione e il contatto tra i popoli […]. La civiltà più grande che l’Italia abbia ospitato è senz’altro quella romana, caratterizzata dalla capacità di gestire e promuovere la contaminazione culturale con le civiltà che man mano conquistava e metabolizzava. L’ opera di Tiziana Grassi testimonia quanto il patrimonio immateriale italiano, fatto di arte, folklore, musica, tradizioni gastronomiche e stili di vita, costituisca il vero petrolio del nostro Paese”.
A seguire è stato presentato un video nel quale Stefano Cuneo, giornalista e autore Rai, recita il saluto di Martin Gonzalez Lovano, un giovane ingegnere argentino nipote di immigrati italiani, che ha riscoperto le proprie radici e l’orgoglio dell’italianità tramite un master a Bologna.
Le parole del giovane testimoniano quanto gli italiani all’Estero siano oggi più che mai interessati a mantenere vivo il contatto con la propria terra d’origine e con la lingua parlata dai genitori e dai nonni.
L’intervento di Alessandro Masi della “ Dante Alighieri”, prende spunto proprio da tale testimonianza per affermare la grande rilevanza della nostra lingua nella diffusione dei valori italiani nel mondo, ricordando a tal proposito l’influenza determinante che ebbero Dante e la cultura italiana per l’Albania, e la proposta di Benedetto Croce di istituire vere e proprie “ biblioteche di bordo sulle navi che partivano da Napoli, colme di emigranti italiani spesso privi di licenza elementare e qualifiche professionali”.
La “Dante Alighieri” tuttavia non si occupa soltanto di diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ma anche di agevolare l’insegnamento dell’italiano negli stessi luoghi di partenza dislocati all’Estero, per favorire una più veloce e autentica integrazione degli stranieri nel nostro Paese.
Un Paese, il nostro, raccontato ultimamente senza orgoglio né dignità da un sistema mediatico interessato solo a veicolare catastrofi e scandali. Immagini di un’Italia che non piacciono ai connazionali sparsi nel mondo, spesso molto più consapevoli degli italiani in Patria dell’immenso valore artistico e socioculturale della nostra terra, stanchi di assistere impotenti alla rappresentazione continua della parte più decadente del sistema, piuttosto che alla narrazione di  tutti quegli aspetti  d’eccellenza  di cui il Paese può e deve potersi vantare. Questa in sintesi la visione che Piero Badaloni esprime nel suo conciso ma proficuo intervento. Un contributo, il suo, tutto volto all’affermazione di un nuovo modello televisivo, al passo con i tempi, globalizzato e interculturale, un sistema mediatico che tenga conto delle nuove generazioni, del pluralismo di culture e nuovi intenti gridato a gran voce dai giovani connazionali di tutto il mondo, e della necessità, ormai non più eludibile, di un’informazione di ritorno che veicoli in Patria lo spirito d’iniziativa, il sacrificio e la riuscita dei nostri italiani all’Estero, e soprattutto il riflesso che nei loro occhi s’imprime, di un’Italia diversa, forse idealizzata ma ancora tanto sognata.
Al termine della serata gli interventi di Antonio Corbisiero e di Damiano Bettoni, Direttore Generale del Patronato Acli, hanno messo in evidenza l’importanza di un’opera finalmente “in grado di colmare un vuoto editoriale sull’argomento “emigrazione” e di facile consultazione non solo per gli addetti ai lavori», lasciando subito la parola alle due autrici Tiziana Grassi e Catia Monacelli, visibilmente emozionate per la “realizzazione di un sogno”, e ossia per il compimento di un progetto che darà voce a migliaia di persone, alle loro sofferenze e alle loro vittorie, in grado di fronteggiare e scongiurare la rimozione di una parte importantissima della storia italiana quali sono stati e tuttora sono i fenomeni migratori.
A Mario Morcellini è stato dato il compito di chiudere la presentazione di quest’opera straordinaria, ricca di sentimento e alto valore morale, imprescindibile per un Paese, qual è il nostro, che se da un lato riconosce con orgoglio i propri emigranti, ancora sembra mancare di empatia per quegli extracomunitari che troppo spesso intercettiamo come “altro da noi” e che vengono raccontati, nella stragrande maggioranza delle volte, attraverso la lente oscura della cronaca nera.

GDC

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