Il rettore Di Orio: ''Abruzzo in ritardo su aziende integrate Università e ospedali''

07 Dicembre 2011   14:01  

Le recenti affermazioni del Presidente della Regione Abruzzo Chiodi, che ha rivendicato a suo merito la ridefinizione dei rapporti tra le Facoltà di Medicina e le ASL della regione, finalmente improntati ad inediti criteri di qualità, hanno suscitato la reazione del rettore dell’Università dell’Aquila prof. Ferdinando di Orio:

«Le istituzioni universitarie abruzzesi - spiega il rettore di Orio - sarebbero le prime a giore, se la situazione dei rapporti tra Università e sistema sanitario abruzzese fosse davvero corrispondente a quella descritta dal Presidente Chiodi!».

«In realtà la Regione Abruzzo vanta ancora il primato in campo nazionale di essere l'unica regione a non aver applicato la normativa nazionale sulla creazione delle Aziende Integrate Ospedaliero-Universitarie! E’ da 12 anni che le Facoltà di Medicina dell'Aquila e di Chieti chiedono, senza successo, di attuare anche in Abruzzo un'autentica e moderna integrazione tra attività assistenziali, didattiche e di ricerca, che andrebbe ad esclusivo beneficio di tutti i cittadini abruzzesi».

 «Anche molte Organizzazioni Sindacali del mondo sanitario» continua il rettore di Orio «sono ormai convinte della necessità che la nostra regione si adegui ad un modello di sviluppo che per tutte le altre regioni costituisce da un decennio un'esperienza consolidata ed irrinunciabile».

«Continuiamo invece a constatare l’ormai abituale mancanza di considerazione dell’Università nei rapporti con la regione Abruzzo e con le ASL, in contrasto con quel giusto “principio di leale collaborazione”, che è sancito da Leggi di Stato, Protocolli d’Intesa Regione-Università, Accordi Attuativi. Ultimo e particolarmente significativo esempio è la redazione, da parte delle AA.SS.LL. abruzzesi di riferimento per le Facoltà Mediche, di Atti Aziendali che non sono stati né discussi né concordati con le Università».

«A fronte di ciò, avvertiamo una particolare attenzione per il mondo della sanità privata, con obiettivi e ricadute per tutta la sanità pubblica, non chiari né definiti. Forse sarebbe il caso di ricordare che il “matrimonio” con la sanità privata nel recente passato non può ascriversi alle esperienze più felici della nostra Regione ».

«L’Università – conclude il rettore di Orio - è una istituzione pubblica e, pertanto, deve fare gli interessi della collettività. Come universitari che amano il proprio lavoro, i propri  studenti, la propria regione, continuiamo a guardare con fiducia al dialogo con la politica ed il governo regionale, a patto che si passi finalmente ad un confronto trasparente, costruttivo, di pari dignità e rispettoso delle leggi».


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