Il ritorno degli Italici

26 Gennaio 2013   12:08  

Due destini che si intrecciano per dare vita alla stessa Nazione. Lunedì 28 gennaio, il Reale Circolo Canottieri Tevere Remo di Roma (Lungotevere in Augusta, 28 – Ore 18.00) ospita la presentazione del “rivoluzionario” romanzo storico dello scrittore Nicola Mastronardi, “Viteliú – Il nome della Libertà” (edito da Itaca Edizioni, in libreria da dicembre). Una serata per scoprire gli Italici, i dodici popoli dell’Appennino Centrale che durante quella è stata storicamente definita la Guerra Sociale (dal 91 a. C.), si unirono per difendere diritti e indipendenza di fronte alla cieca prepotenza della fazione conservatrice romana, seguendo il loro anelito di libertà e dando origine alla prima, vera nazione che si chiamò Italia (il termine osco Viteliú la cui pronuncia è “VITELIO” significa “Italia”).

Sanniti, Marsi, Piceni, Peligni, Lucani si allearono in una coalizione ed osarono sfidare la resistenza romana a concedere ai popoli Socii la pienezza dei diritti politici ed economici. Ben presto lo scontro per la cittadinanza si trasformò in un conflitto tra i più sanguinosi mai combattuti in tutta la millenaria storia della penisola, ricordata in antichità come "la Grande Guerra". I rivoltosi fondarono il proprio stato su base etnica, batterono moneta (per la prima volta incidendo su argento e oro la parola Viteliú -Italia) e cercarono, scendendo in campo con un esercito di centomila uomini, di conquistare l’indipendenza e l’identità cancellata.

Tentarono in effetti di sostituirsi a Roma nel dettare i destini della penisola. Uno scontro cruento dal quale la repubblica romana uscì completamente trasformata, dovendo riconoscere agli Italici – venti anni dopo - onore e virtù, parità di diritti e tutto quanto avevano richiesto prima dello scontro. Da quel momento (69 avanti Cristo) non fu più solo Roma a conquistare il mondo ma la “Tota Italia” nazione unita e più forte di tutte le nazioni allora esistenti sulla faccia della terra. Gli Italici, da sempre commisti alle origini stesse di Roma attraverso l’etnia sabina, furono in sostanza una delle colonne portanti del costruendo impero.

Per la prima volta protagonista di un romanzo storico, l'epopea italica esce dunque dal buio della storia e tenta di riaffiorare nella cultura generale italiana che ne disconosce miti, leggende e fatti fondanti della idea stessa di una "Italia" quale entità politico-territoriale unita. Ottocento anni che costituiscono un tassello importante del nostro essere Nazione. A coordinare l’incontro il 28 gennaio, ci sarà la giornalista del TG1, Manuela Lucchini. Tra gli ospiti, con l’autore Nicola Mastronardi, il regista della trasmissione televisiva RAI, “La Storia Siamo Noi”, Luca Mancini, e il Presidente dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte di Roma, Adriano La Regina, il quale ha preparato una relazione dal titolo “Roma e la Prima Italia”. Seguirà un dibattito con lo scrittore e un cocktail-aperitivo.


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