Il sisma in Emilia, la solidarietà degli abruzzesi, le chiacchiere del baby-pensionato Sgarbi

21 Maggio 2012   12:06  

''Ma chi ha chiesto la sua opinione? Ma ancora personaggi del genere ci tocca stare a sentire? ''

''Asino, asino, asino, asino, asino!!''

Sono solo due ironici commenti, tra i tanti che compaiono questa mattina, postati da aquilani su Facebook, dedicate a Vittorio Sgarbi , che  ha testè affermato a cadlo dopo il terremoto in Emilia:

''L’aspetto positivo è che, come nel Friuli, la ricostruzione sarà rapida, mentre nel meridione sarebbe stata una catastrofe. Gli emiliani non staranno certo con le mani in mano, mentre in Abruzzo, all’Aquila si vive d’inerzia, tutto è fermo come all’inizio, si aspetta solo che lo Stato faccia qualcosa e intanto ci si piange addosso.''

 Senz'altro Vittorio Sgarbi di assistenzialismo e poca voglia di lavorare se ne intende, non a caso il noto strillone televisivo, e mattatore trash, è un baby pensionato dall'età di 54 anni, che ogni mesi si mette in tasca 8.455 euro, godendo di un vitalizio per qualche annetto da parlamentare, che lo ha visto protagonsita soprattutto come incallito assenteista, come del resto avvenuto allorchè ha ricoperto, si fa per dire, la carica  di direttore della Sovraintendenza ai Beni artistici e storici del Veneto. A onor del vero Sgarbi si è però detto contrario al vitalizio, di chi verrà dopo, non per il suo: ''Certo, sono da abolire e ingiustificabili per una carica elettiva. Però non mi potete chiedere a me di rinunciare a un diritto acquisito. Si può fare dalla prossima legislatura".

Tornado alle argute considerazioni del critico d'arte in merito ai terremotati di varia latitudine:  commenta così le parole di Sgarbi l'antropologo aquilano Antonello Ciccozzi:  

''Vittorio Sgarbi, deve chiedere scusa solennemente agli aquilani. All'Aquila non ci sono piagnoni; ci sono le conseguenze di un terremoto di magnitudo 6.3 che non e' avvenuto a 40 o 100 chilometri, ma ha centrato in pieno la citta', e di un azione di governo orientata piu' alla propaganda a al profitto esterno che alla ricostruzione. Certo, anche un'amministrazione locale di cialtroni ha aiutato, ma L'Aquila dopo il terremoto ha visto un intervento governativo di tipo post coloniale, in cui gli aiuti umanitari sono diventati più pretesti di profitto che finalità di risanamento, e questo il nuovo governo lo ha riconosciuto.''

Altra risposta degna di nota è quella del giornalista Alberto Puliafito, che a differenza di Sgarbi, che ha l'Aquila è venuto solo a fare passerella, a L'Aquila ha trascorso mesi in tenda e ha svolto un prezioso lavoro di inchiesta. 

''E’ questione di giorni, forse di ore, ho pensato dopo la triste notizia del terremoto in Emilia Romagna, prima che qualcuno faccia qualche paragone sconsiderato con il terremoto dell’Aquila. Ci ha pensato Vittorio Sgarbi.

Una dichiarazione, quella del critico d’arte, che denota non solo il classico pregiudizio nei confronti del sud dell’Italia (cosa che, di per sé, sarebbe sufficiente a bollare la sparata come priva di alcun fondamento), ma anche una completa - e preoccupante - mancanza di conoscenza relativamente all’entità del terremoto aquilano e all’operato dello Stato dopo il sisma. Eppure c’è una relazione del Ministro Barca, per esempio, che racconta per numeri quel che è stato fatto all’Aquila e cos’è mancato.

Riassumendo, la scossa del 6 aprile 2009, infatti, ha letteralmente paralizzato un capoluogo regionale, distruggendone il centro storico, cuore della vita amministrativa, commerciale, storica della città. E lo Stato è intervenuto, per la prima volta nella storia di un terremoto in Italia, in maniera verticistica e non sussidiaria, imponendosi con una serie imbarazzante di ordinanze che hanno disincentivato l’iniziativa privata, con un’infantilizzazione sistematica della popolazione.

Inutile, dunque, proseguire con questa retorica di chi si rimbocca le maniche: provasse, Sgarbi, a districarsi nel dedalo delle ordinanze di Protezione civile per la ricostruzione. Scoprirà che le sue convinzioni sono del tutto prive di fondamento.'' 

Ma la più bella risposta alle chiacchiere da bar del signor Sgarbi è la solidarietà attiva che cittadini e istituzioni già stanno mettendo in campo per aiutare le vittime del sisma emiliano. 

Filippo Tronca


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