Il terremoto economico è facilmente prevedibile

15 Aprile 2010   12:56  

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Nel cratere sismico molto è stato fatto, molto deve essere ancora fatto. Vediamo in primo luogo cosa, e prima che sia troppo tardi.

Come noto circa 27mila cittadini terremotati con casa inagibile hanno fatto richiesta di un assegno di autonoma sistemazione, 200 euro al mese per componente familiare, 300 euro per un single, 400 se l'avente diritto è disabile o di età superiore ai 65 anni. Da marzo l'importo è stato in alcuni casi incrementati.

Formalmente questi assegni mensili sono un aiuto a trovare autonomamente un alloggio, una sistemazione alternativa agli appartamenti del CASE e ai Map. Di fatto sono un sussidio di povertà per una parte importante dei terremotati che appartengono ai ceti meno abbienti.

Sono tantissime infatti le persone che si sono sistemate nel capanno degli attrezzi riadattato ad abitazione, in casette di legno che spuntano un po' ovunque nelle campagne, o in garage, o in un camper, oppure hanno chiesto ospitalità da amici e parenti, anche fuori L'Aquila, pur di non rinunciare a quell'assegno. che seppure di piccola entità, rappresenta per loro dopo il sei aprile, un'entrata economica fondamentale.

I ritardi dell'erogazione dell'autonoma sistemazione, compresa la vera natura dello strumento, è dunque molto grave, e foriera di effetti molto pesanti.

Nel comune dell'Aquila si è fermi al pagamento della mensilità di gennaio, in altri paesi del cratere gli aventi diritto, sempre più esasperati, aspettano in casi estremi ancora l'assegno di luglio.

Il ritardo è imputabile alla mole di pratiche burocratiche che i piccoli comuni non sono in grado di poter smaltire con la velocità richiesta, ma anche perché i soldi in cassa non ci sono, e dal governo, che non naviga certo in buone acque, arrivano con il contagocce.

Si registrano ritardi anche nell'erogazione degli assegni all'esercito dei 15mila nuovi cassintegrati del cratere, ritardi di parecchi mesi, e tante famiglie sono alla disperazione, perché la cassa integrazione rappresenta talvolta l'unica fonte reddito. Ottomila cassintegrati sono ex-lavoratori del commercio e del terziario, il settore economico della città più colpito.

A seguito del sisma sono venuti poi a mancare le entrate ingenti provenienti dagli affitti degli studenti per gli appartamenti, in particolare del centro storico. Questa voce economica ha consentito a molti di attraversare indenni la crisi economica e la disoccupazione che negli ultimi anni era cresciuta di parecchi punti percentuale. I proprietari per questi appartamenti pagavano un mutuo che però era coperto dagli affitti, con tanto di surplus che entrava nel bilancio familiare. Ora le stesse persone si trovano a dover pagare il mutuo per un rudere, che tale resterà per chissà quanto tempo.

 

La catastrofe post-sismica colpisce a L'Aquila anche il settore pubblico, che di solito è un mondo a parte del tutto refrattario alle crisi (tanto pagano i contribuenti).

Senza interventi immediati sono infatti a rischio 1.200 posti di Arpa, Gran Sasso Acqua Spa, Ater, Ama, Asm, Istituzione centro servizi per anziani, Afm, Centro turistico del Gran Sasso Spa.

La causa del possibile tracollo sono le minori entrate e l’incremento degli interventi da attuare.

Luglio intanto si avvicina minaccioso.

I lavoratori dipendenti dal primo luglio, se nulla sarà deciso, torneranno a versare le trattenute Irpef sulla busta paga, e i contribuiti previdenziali e assistenziali.

I lavoratori autonomi, molto meno tutelati, dovranno tornare a versare l'Iva, compresi gli arretrati a rate, le imposte con modello F24, l'Irpef, i contributi previdenziali e le ritenute d'acconto. Si torneranno a pagare, arretrati compresi, le bollette di luce, gas acqua, anche negli alloggi del piano Case e Map.

Dal primo luglio riprenderanno poi i pagamenti delle rate dei mutui sospesi, tutti gli arretrati maggiorati da interessi, che denuncia l'Adusbef in certi casi sono al limite dell'usura. Dal primo agosto scadono anche i benefici per i viaggi sugli autobus Arpa.

Nelle Marche e in Umbria – detto per inciso - la restituzione delle tasse e delle imposte sospese è iniziata dodici anni dopo il terremoto, nella misura del 40% e in 120 comode rate.

A differenza dei terremoti, la catastrofe sociale ed economica che a luglio attende il cratere sismico, è facilmente prevedibile.

 

Filippo Tronca


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