"In Abruzzo si muore di lavoro", le tristi considerazioni di Rifondazione Comunista

03 Dicembre 2012   17:05  

A dispetto dell'occupazione in forte calo,le morti sul lavoro e le malattie professionali in Abruzzo sono in costante aumento, superiore alla media nazionale. E' quanto messo in evidenza stamani nel corso di una conferenza stampa indetta da Rifondazione Comunista sul tema "In Abruzzo si muore di lavoro", presso la sede del consiglio regionale a Pescara, in piazza Unione.

Ad introdurre la problematica e fornire alcuni dati ha provveduto Maurizio Acerbo, consigliere regionale di Rifondazione

"Tenendo conto anche dei lavoratori attualmente in cassaintegrazione, l'Abruzzo detiene il triste primato per il numero di morti bianche e per le cosiddette malattie professionali denunciate all'Inail in Italia. La questione é stata più volte derubricata a livello di politica nazionale ma, cosa ancor più grave, é del tutto assente dall'agenda della Giunta regionale,dove solo l'assessore alla Prevenzione collettiva, Luigi De Fanis, le ha dedicato un minimo di interesse. La stretta connessione tra infortuni sul posto di lavoro e precarietà delle condizioni lavorative é indubitabilmente stretta, e purtroppo la riforma dell'articolo 18 impedisce ai lavoratori di richiedere condizioni adeguate per svolgere la propria attività. Tra le priorità di Rifondazione, non a caso, vi é infatti il ritorno di tale articolo alla sua stesura originale, che cercheremo di ottenere anche per mezzo di una raccolta di firme. Un altro grave deficit della situazione abruzzese riguarda poi la questione dei controlli e degli ispettori alla sicurezza. Nella nostra regione abbiamo appena 40 ispettori, ognuno dei quali tenuto a  vigilare sulla sicurezza di circa 1400 aziende. Siamo molto al di sotto della media nazionale, che prevederebbe un ispettore ogni 850 aziende. La nostra impressione é che la crisi economica possa essere presa come pretesto per non affrontare adegualtamente il problema". Carmine Tomeo, responsabile del lavoro per il partitoin Abruzzo, ha posto poi l'accento "sull'aumento delle segnalazioni di malattie professionali, per le quali la nostra regione occupa il terzo posto in Italia dopo Emilia-Romagna e Toscana, tenendo però conto del loro maggior numero di lavoratori iscritti all'Inail. Le segnalazioni su tale problematica, riguardanti in particolare danni alla muscolatura derivanti dall'aumento dei ritmi lavorativi e quindi degli sforzi nello svolgimento dell'impiego, hanno da noi un livello quintuplo rispetto al resto d'Italia. Ciò che si può registrare, dunque, oltre all'incapacità di prevenzione, é l'assenza di ricerche ed indagini adeguate in tema di sicurezza sul lavoro".

 

(l.c.)


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