In Italia troppo poco iodio, 12 % soffre di gozzo

23 Settembre 2014   15:21  

Il 29 per cento circa della popolazione mondiale e' esposta alla carenza di iodio e in Italia il 12 per cento della popolazione e' affetta da gozzo. Sono i dati piu' recenti elaborati dall'Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia (OSNAMI), il cui coordinamento e' stato affidato all'Istituto Superiore di Sanita'.

I dati nazionali presenti nel rapporto saranno presentati oggi nell'ambito del "Progetto Italiano contro la carenza di iodio in pediatria", promosso dalla Societa' Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica.

''Questi dati - dice Antonella Olivieri del Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze dell' Istituto Superiore di Sanita' e responsabile scientifico dell'OSNAMI - pur evidenziando un miglioramento dell'assunzione di iodio a livello di popolazione rispetto al passato, confermano il persistere in Italia di una carenza iodica che, seppure non severa, determina ancora un'alta frequenza di gozzo e di altri disordini correlati".

Le conseguenze della carenza nutrizionale di iodio costituiscono ancora oggi un grave problema sanitario e sociale. Le dimensioni epidemiologiche delle conseguenze della iodocarenza sono giustificate dal fatto che gli effetti negativi di questa carenza nutrizionale si possono verificare in tutte le fasi della vita.

Lo iodio, infatti, e' il costituente fondamentale degli ormoni tiroidei, i quali svolgono un ruolo determinante nelle fasi dello sviluppo e dell'accrescimento, come pure nel mantenimento dell'equilibrio metabolico dell'organismo adulto. In Italia si stima che piu' del 10 per cento della popolazione si ammala di gozzo, con circa 50 ricoveri ogni 100 mila abitanti e un impatto economico sul Sistema Sanitario Nazionale di oltre 150 milioni di euro all'anno.

E' stata quindi analizzata la concentrazione urinaria di iodio su campioni estemporanei di urine di bambini in eta' scolare reclutati dagli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo. I dati raccolti negli ultimi tre anni hanno mostrato che in 6 delle 9 Regioni che hanno partecipato allo studio i valori mediani di ioduria rilevati sono ancora al di sotto di 100 ?g/L valore indicato dalla World Health Organization (WHO) quale soglia al di sotto della quale la popolazione esaminata viene identificata come iodocarente . Differentemente, in 3 Regioni (Sicilia, Toscana, Liguria) sono stati rilevati valori mediani indicativi di uno stato di iodosufficienza.

Sebbene questo dato sia incoraggiante, e' necessario sottolineare che queste indagini sono condotte in aree limitate. Pertanto, sara' importante osservare l'andamento dei valori di ioduria nei prossimi anni per confermare il superamento della carenza nutrizionale di iodio almeno in alcune parti del nostro Paese. Sempre in collaborazione con gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo, in 5 Regioni e' stato possibile effettuare la misura della ioduria in donne in gravidanza che non assumevano integratori contenenti iodio.

I risultati ottenuti hanno dimostrato una condizione di insufficiente apporto iodico in tutte e 5 le Regioni, confermando l'importanza dell'integrazione iodica in gravidanza e durante l'allattamento, al fine di garantire il raggiungimento dell'aumentato fabbisogno iodico in queste fasi della vita. 


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