In Venezuela giornali e tv, sottolineano la partecipazione della Reg

05 Ottobre 2007   13:00  
Desta curiosità e interesse lo spazio espositivo della Regione Abruzzo nella fiera Expo Venitalia 2007 in Venezuela, partita sotto i migliori auspici. Infatti, è numerosa l’affluenza di visitatori, nei circa 200 stand allestiti per l’occasione, in questo primo giorno di apertura dopo l’inaugurazione. Giovanni Ruffino, presidente del comitato organizzatore, ci assicura che “il numero di visitatori quest´anno supererà le 30mila presenze, nei cinque giorni di apertura della fiera - e continuando - la presenza di circa l’ 80% dell’ imprenditoria locale e di numerose altre imprese regionali, nazionali e internazionali garantisce all’evento una proiezione che va aldilà dell’ambito strettamente locale dando la possibilità alle aziende di avere una vetrina per aumentare i propri scambi commerciali, non mancheranno eventi e conferenze per informare e stimolare dibattiti sui vari temi di attualità economica". Ed è proprio all’attualità economica di un paese in profonda trasformazione e nel pieno di una “rivoluzione socialista” a cui fa riferimento il viceministro dell’Economia Rafael Isea dichiarandoci “l´indiscutibile e fondamentale ruolo che questo tipo di eventi ha nello sviluppo dell´economia di un paese. In piu, conferma la possibilità di una coesistenza del modello di economia socialista che promuove il nostro governo e il rafforzamento del settore imprenditoriale privato, un settore necessariamente forte ma sensibile hai bisogni della popolazione"- Ana Maria Michelangelo, avvocato,vicepresidente del Cram (Consiglio regionale abruzzesi nel mondo), figlia di abruzzesi nati nel paese, ci comunica che “la collettivita abruzzese è molto riconoscente per l’adesione della Regione all’iniziativa. Questa partecipazione avrà sicuramente l’effetto di rafforzare e consolidare la presenza abruzzese all’interno della comunità italiana e può contribuire a una integrazione culturale con la comunità locale, oltre che avere un’effetto benefico per quell’economia di ritorno che qui noi possiamo stimolare nei confronti della nostra terra. Un´economia di ritorno che se ben pianificata potrebbe favorire opportunità economiche e culturali per tutti, ma sopratutto il riscatto socio-culturale di tre o più generazioni di emigranti che vedranno ricongiunto il filo di una identità culturale ed economica spezzatosi al momento dell´ abbandono della propria terra". Ed è proprio di questo che vi parleremo nei prossimi giorni, vi racconteremo infatti storie di sacrifici e di successi di gente della nostra terra che con caparbietà e costanza ha riscattato e cambiato la propria vita non dimenticando mai nemmeno per un solo istante le proprie origini. Gianfranco Di Giacomantonio

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