Solventi organici cancerogeni e
tossici quali benzene, toluene, etilbenzene, xilene, stirene.
Idrocarburi alifatici e policiclici aromatici come il
temibilissimo benzo-a-pirene; metalli pesanti quali nichel,
rame, piombo e cromo. Le prime analisi del'Arta, l'agenzia
regionale per la tutela del'ambiente, rese note questa mattina
nel corso di un conferenza stampa svoltasi davanti alla sede
del Municipio di Chieti "confermano la presenza di un micidiale
mix di inquinanti emessi nell'incendio che sabato notte ha
interessato la Seab di Chieti Scalo", ha detto Augusto De
Santis del Wwf Abruzzo, azienda che si occupa di selezione e
recupero di rifiuti industriali pericolosi e non. "Un dato e'
incontrovertibile - ha aggiunto De Santis - Decine di migliaia
di persone a Chieti e nei comuni limitrofi hanno respirato
sostanze estremamente pericolose senza essere stati avvertiti
del pericolo dagli enti pubblici deputati alla tutela della
loro salute". Molti dati dell'Arta riguardano le acque di
spegnimento mentre per l'aria, pur confermandosi anche qui la
presenza di solventi cancerogeni, mancano le analisi per alcune
classi importanti di sostanze. L'Arta Abruzzo, ha sottolineato
De Santis, non e' fornita di strumentazione adeguata per
ricercare gli inquinanti emessi e non e' quindi messa in grado
di lavorare all'altezza delle emergenze che deve affrontare e
puo' dare indicazioni solo parziali". Emerge inoltre la totale
assenza di dati raccolti in continuo per la mancanza delle
centraline fisse di monitoraggio previste dalla legge. Rispetto
al da farsi il WWf Abruzzo ma anche Abruzzo Sociale Forum
chiedono di effettuare analisi sul sangue su campioni di
cittadini per capire l'esposizione ai diversi inquinanti,
attraverso un piano di monitoraggio che tenga conto del
differente grado di esposizione alle ricadute; procedere
all'individuazione delle aree di ricaduta non solo attraverso
modelli matematici comunque utili ma anche attraverso l'uso
delle foto satellitari disponibili durante l'evento; analizzare
la presenza sul terreno e sui vegetali dei diversi inquinanti a
varie distanze dal sito e nelle diverse direzioni; verificare
le autorizzazioni in possesso della Seab e degli altri impianti
presenti a Chieti scalo attivando anche procedure di revoca in
caso di inadempienze; verificare lo stato di attuazione
dell'ordinanza comunale del 2008 che perimetra tutta l'area
dello Scalo quale area a rischio ambientale in cui doveva
essere effettuata una serie di iniziative volte alla tutela dei
cittadini; dotare l'Arta di tutta la strumentazione necessaria
per intervenire secondo le procedure standard internazionali in
caso di incidente; attivare infine procedure amministrative per
capire le responsabilita' di singoli funzionari dei vari enti
per la mancata attivazione della sala operativa sovracomunale
per le emergenze.