Incendio Seab, Wwf: Mix micidiale di inquinanti

22 Luglio 2009   12:59  

Solventi organici cancerogeni e tossici quali benzene, toluene, etilbenzene, xilene, stirene. Idrocarburi alifatici e policiclici aromatici come il temibilissimo benzo-a-pirene; metalli pesanti quali nichel, rame, piombo e cromo. Le prime analisi del'Arta, l'agenzia regionale per la tutela del'ambiente, rese note questa mattina nel corso di un conferenza stampa svoltasi davanti alla sede del Municipio di Chieti "confermano la presenza di un micidiale mix di inquinanti emessi nell'incendio che sabato notte ha interessato la Seab di Chieti Scalo", ha detto Augusto De Santis del Wwf Abruzzo, azienda che si occupa di selezione e recupero di rifiuti industriali pericolosi e non. "Un dato e' incontrovertibile - ha aggiunto De Santis - Decine di migliaia di persone a Chieti e nei comuni limitrofi hanno respirato sostanze estremamente pericolose senza essere stati avvertiti del pericolo dagli enti pubblici deputati alla tutela della loro salute". Molti dati dell'Arta riguardano le acque di spegnimento mentre per l'aria, pur confermandosi anche qui la presenza di solventi cancerogeni, mancano le analisi per alcune classi importanti di sostanze. L'Arta Abruzzo, ha sottolineato De Santis, non e' fornita di strumentazione adeguata per ricercare gli inquinanti emessi e non e' quindi messa in grado di lavorare all'altezza delle emergenze che deve affrontare e puo' dare indicazioni solo parziali". Emerge inoltre la totale assenza di dati raccolti in continuo per la mancanza delle centraline fisse di monitoraggio previste dalla legge. Rispetto al da farsi il WWf Abruzzo ma anche Abruzzo Sociale Forum chiedono di effettuare analisi sul sangue su campioni di cittadini per capire l'esposizione ai diversi inquinanti, attraverso un piano di monitoraggio che tenga conto del differente grado di esposizione alle ricadute; procedere all'individuazione delle aree di ricaduta non solo attraverso modelli matematici comunque utili ma anche attraverso l'uso delle foto satellitari disponibili durante l'evento; analizzare la presenza sul terreno e sui vegetali dei diversi inquinanti a varie distanze dal sito e nelle diverse direzioni; verificare le autorizzazioni in possesso della Seab e degli altri impianti presenti a Chieti scalo attivando anche procedure di revoca in caso di inadempienze; verificare lo stato di attuazione dell'ordinanza comunale del 2008 che perimetra tutta l'area dello Scalo quale area a rischio ambientale in cui doveva essere effettuata una serie di iniziative volte alla tutela dei cittadini; dotare l'Arta di tutta la strumentazione necessaria per intervenire secondo le procedure standard internazionali in caso di incidente; attivare infine procedure amministrative per capire le responsabilita' di singoli funzionari dei vari enti per la mancata attivazione della sala operativa sovracomunale per le emergenze.


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