Inchiesta Cam: bilanci e assunzioni sotto indagine

Le rivelazioni di Morgante alla Finanza

18 Ottobre 2008   16:02  
Risale a mercoledì scorso il primo interrogatorio sostenuto da Morgante al cospetto della polizia tributaria dell'Aquila. Secondo le rivelazioni dell' ex direttore generale del Consorzio acquedottistico, gli 8 milioni di euro di deficit accumulato dall' ente proverrebbero da un insieme di dubbie manovre, quali l'assunzione di nuovo personale (70 persone circa), l' accensione di mutui bancari, e in ultimo -ma non per ultimo- l'acquisto della sede di via Sandro Pertini, costato la bellezza di 1,2 milioni di euro e avvenuto in totale assenza di gare d' appalto.

Il doppio filone investigativo. Sulla base di tali informazioni, e di quanto acquisito dalle testimonianze di altre otto persone, tra le quali il presidente del Consorzio Gianfranco Tedeschi, e la responsabile amministrativa Lucia Falcitelli, gli agenti tributari del distretto aquilano e del comando provinciale di Avezzano hanno ispezionato tutta la documentazione amministrativa e contabile presente negli archivi dell' ente, soffermandosi con particolare attenzione all'analisi dei bilanci relativi al periodo 2003-2007. Sarebbero due le piste da seguire, una riguardante l' acquisto non subordinato a gara d' appalto di migliaia di contatori idrici, che pare abbia generato un danno complessivo di 1 milione e 700 mila euro, l'altra, più complessa, relativa alla verifica dei suddetti bilanci e alle circostanze che hanno condotto all' acquisizione della sede di via Pertini.

La lettera. Nonostante la blindatura delle indagini relative al secondo filone d'inchiesta, sembra che la Procura di Avezzano, guidata da Vincenzo Barbieri, abbia tratto ispirazione da una lettera dello stesso Morgante (all' epoca direttore del Cam) inviata ai Comuni soci dell' ente, nella quale accusava il CdA del Consorzio di manomettere sistematicamente i bilanci presentati ai sindaci, e di nascondere loro il grave stato di deficit, quantificato nella missiva intorno agli otto milioni di euro. Secondo la tesi dell' ex direttore del Cam gran parte del debito sarebbe stato originato negli ultimi due anni del periodo indagato, il 2006 e il 2007, nell' arco dei quali l' ente avrebbe perso qualcosa come 5 milioni di euro.

L' escamotage. Proprio attraverso le ispezioni effettuate mercoledì scorso negli uffici del Consorzio , gli agenti avrebbero già formulato un' ipotesi riguardo la copertura del presunto debito milionario: tramite l'utilizzo della voce "fatture da emettere" il Cam avrebbe inserito nel bilancio alcune partite in attivo, senza mai incassare del tutto le fatture in questione. Ad ogni modo tutto è ancora da dimostrare.

La controdenuncia. Sembra che l' attuale CdA del Consorzio abbia controdenunciato Morgante, ritenuto parzialmente coinvolto nelle manovre gestionali che lui stesso avrebbe contribuito a smascherare. Il presidente del Consorzio Gianfranco Tedeschi si è inoltre reso completamente disponibile a collaborare con la Magistratura, rendendo nota l' intenzione di costituirsi parte civile "contro quanti hanno indebitato l' ente attraverso 'l'eventuale' cattiva gestione" ad oggi sotto indagine.

Le accuse di Arco consumatori. Al tutto si aggiunge la polemica di Arco Abruzzo in relazione alle tariffe applicate dal Cam all' utenza, ultimamente definite dallo stesso Consorzio come le meno care nella Regione. La cosa ha immediatamente scatenato la reazione di Franco Venni e dello stesso Morgante, il quale nella veste di attuale responsabile locale dell' associazione, ha prontamente dichiarato: "Contrariamente a quanto affermato da Tedeschi, gli utenti del Cam pagano 11 euro in più rispetto a quelli della Gran Sasso, e 28 euro in più rispetto a quelli della Saca. Ne consegue che l’ affermazione del presidente deriva o dalla incapacità del Cam di calcolare correttamente i bollettini, o dalla volontà di dare informazioni errate"

Il precedente articolo http://www.abruzzo24ore.tv/news.php?id=7512


GDC


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