Inchiesta rifiuti, Venturoni torna in libertà

24 Dicembre 2010   10:44  

Revocato dal gip del tribunale di Pescara Guido Campli l’obbligo di dimora nel comune di Teramo per l'ex assessore regionale alla sanità Lanfranco Venturoni.

Coinvolto nello scorso settembre nell’inchiesta rifiutopoli che lo aveva costretto agli arresti domiciliari ed alle conseguenti dimissioni dalla giunta regionale di Gianni Chiodi, dovrà comunque rispondere di corruzione, peculato e abuso d’ufficio. L’inchiesta coinvolse anche l’imprenditore del settore rifiuti Rodolfo Valentino Di Zio, mentre furono indagati i senatori Fabrizio Di Stefano e Paolo Tancredi, l'imprenditore Ettore Di Zio, Paolo Bellamio, Sergio Saccomandi, Vittorio Cardarella, Giovanni Faggiano, Ottavio Panzone. Secondo i magistrati il gruppo Di Zio voleva costruire un impianto di trattamento dei rifiuti superando le norme giuridiche regionali ed europee che regolano il settore e le gare d’appalto.

Il Tribunale del riesame dell’Aquila intanto ha respinto la richiesta di dissequestro per i terreni della Team di Teramo sui quali sarebbe dovuto sorgere l’impianto di trattamento e bioessicazione dei rifiuti oggetto dell'inchiesta.


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