Inchiesta su traffico cocaina, legale dell'imprenditore aquilano: "Mio assistito estraneo"

Tra i consumatori vi sarebbero stati anche avvocato e politico

30 Giugno 2015   13:03  

Prosegue la maxi inchiesta della Procura di Teramo che vede otto persone indagate con l'accusa di aver organizzato un traffico di cocaina diretto a rifornire il capoluogo e la costa teramana.

Tra i personaggi coinvolti, anche l'aquilano W. D. A., costruttore edile, colui che secondo l'accusa avrebbe avuto un ruolo chiave nell'organizzazione, provvedendo ad assunzioni fittizie nella sua impresa dei corrieri, principalmente di nazionalità albanese, al fine di regolarizzarne la presenza in Italia, mettendo anche a loro disposizione auto di grossa cilindrata.

Accuse che però l'imprenditore ha deciso di respingere tramite il proprio legale, che ha voluto ribadire "la totale estraneità ai fatti contestati del mio assistito, che mai è stato irreperibile: era all'estero ed anzi, appena rientrato in Italia e saputo dell'ordinanza di custodia nei suoi confronti, si è presentato presso i carabinieri".

L'organizzazione, secondo gli inquirenti, avrebbe adoperato anche Facebook per comunicare tra loro e coordinare lo spaccio e la vendita della cocaina ad una vasta clientela (non indagata), di cui avrebbero fatto parte anche un avvocato ed un politico, entrambi teramani ed entrambi intercettati in numerose e frequenti conversazioni telefoniche.


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