Indagine per Spaccio e violenze, 13 persone arrestate a L'Aquila

06 Settembre 2022   09:25  

Tredici arresti in una indagine della Procura aquilana presso il Tribunale dei minorenni: ad eseguire le misure una operazione congiunta dei carabinieri e della Squadra Mobile.

"C'è necessità di affrontare i reati con delle misure repressive, ma soprattutto c'è bisogno di riabilitare i minori e reintrodurli nella società", così il sostituito procuratore della Repubblica dell'Aquila David Mancini alla conferenza stampa tenutasi stamattina nella sede provinciale dei Carabinieri dell'Aquila.

Tredici misure cautelari e oltre 30 indagati per atti persecutori, violenze, estorsioni, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti e rissa sono i provvedimenti giudiziari in corso per altrettanti minori.

Diversi episodi registrati in poco meno di un anno, ad opera di gruppi e singoli, nel centro storico e luoghi di ritrovo dei giovani nel capoluogo hanno portato alla partenza delle indagini. La nazionalità degli indagati è varia (Paesi Balcanici, nordafricani e italiani). Si tratta sia di ragazzi residenti nelle comunità di accoglienza, a volte non accompagnati, ma anche di residenti nelle famiglie di appartenenza. I reati, spesso commessi in piano centro e di giorno, sono stati sotto gli occhi della comunità e già in diverse occasioni denunciati dalla stampa.

 

 Atti persecutori, violenze, estorsioni, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, risse che hanno afflitto il territorio aquilano con clamorosi episodi che hanno riempito per settimane le pagine di cronaca.

Questa mattina, personale del Nor del Comando Provinciale dei Carabinieri di L’Aquila e della Squadra Mobile della Questura dell’Aquila hanno eseguito 13 misure cautelari disposte dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i Minorenni di L’Aquila, su richiesta della Procura della Repubblica presso il medesimo Tribunale per i Minorenni.

Le 13 misure cautelari, in 6 custodie in carcere e 7 collocamenti in comunità, costituiscono il culmine di una complessa attività di indagine che ha riguardato oltre 30 indagati minorenni e neomaggiorenni.

Violenze che hanno destato clamore pubblico, verificatesi in particolare nel centro storico, con conseguente allarme sociale nella cittadinanza e con profili di elevata pericolosità anche per la sicurezza e l’incolumità degli stessi minori coinvolti.

L’indagine, culminata con l’operazione di oggi, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni che si è avvalsa dell’eccellente contributo di Carabinieri e Polizia di Stato. Gli organi di polizia giudiziaria hanno operato in stretta sinergia mediante il compimento di attività tradizionali, nonché di complesse attività di intercettazione e videoriprese, che hanno consentito di far luce su uno spaccato estremamente allarmante e di ostacolare un percorso criminale in evoluzione.

Ne è conseguita la necessità dell’intervento repressivo, che tuttavia rappresenta il primo tassello di una imprescindibile azione preventiva, nonché di riabilitazione dei minori coinvolti.

I soggetti raggiunti da ordinanze cautelari, sono accusati di aver promosso attività dirette a creare forme di predominio su altri coetanei, di controllo di porzioni di aree urbane, di smercio professionale di sostanze stupefacenti in zone sensibili, in prossimità di scuole, di scontro con altri gruppi antagonisti di minori, verificatisi in diverse zone centrali del capoluogo.

La nazionalità degli indagati è varia (Paesi balcanici, nordafricani e Italia) a conferma che il disagio e la devianza minorile non hanno necessariamente una specifica origine geografica. A soggetti ospitati all’interno di comunità di accoglienza (sfuggevoli alle regole comunitarie) si affiancano cittadini italiani o comunque residenti con le famiglie di appartenenza.

Il Procuratore della Repubblica David Mancini commenta: “anche se l’azione repressiva di magistratura e forze dell’ordine è stata puntuale ed esaustiva, trattandosi di minori e neomaggiorenni si impone un forte richiamo all’esigenza di lavorare insieme agli enti preposti ed alla società civile per creare le condizioni di aiuto e prevenzione delle forme di disagio che generano questi fenomeni criminali, riguardino essi minori italiani, stranieri o stranieri non accompagnati, Questa è la chiave dell’intervento della giustizia minorile. La repressione è intervenuta per evitare conseguenze estreme e più gravi, ma l’obiettivo primario deve tendere al reinserimento dei giovani nel circuito sano della società.  Alla eventuale sanzione deve affiancarsi la riabilitazione, come traguardo finale, per il benessere del minore e di conseguenza dell’intera comunità civile”.

Interviene anche Roberto Di Stefano, Segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri,  “Una risposta importante data alla comunità Aquilana da parte delle Forze dell’Ordine, conclude  che alimenterà in maniera positiva anche la partecipazione dei Cittadini che in questi modo sentono le istituzioni più vicine e pronte ad ascoltare e cercare di risolvere le criticità che vengono percepite dalla Popolazione; infine un sentito grazie ai Colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile e delle Stazioni della nostra Compagnia, che hanno dedicato tutti i loro sforzi in questi ultimi mesi per accelerare i risultati importanti ottenuti oggi.”


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