Indagini sulla Bambola Benefica di Chiara Ferragni: Interrogativi sulla Destinazione dei Ricavi
Il mondo di Chiara Ferragni, celebre imprenditrice e influencer, potrebbe essere nuovamente al centro dell'attenzione a causa di una bambola lanciata sul mercato nel 2019. La "Chiara Ferragni Mascotte", realizzata in collaborazione con Trudi, era stata promossa come una Limited Edition e dichiarata a scopo benefico, con l'impegno che tutti i ricavi delle vendite sarebbero stati devoluti all'associazione no-profit americana "Stomp Out Bullying", impegnata nella lotta contro il cyberbullismo.
Tuttavia, recentemente la trasmissione "Zona Bianca" ha sollevato dubbi sulla destinazione dei fondi raccolti tramite questa iniziativa. Nel dettaglio, l'associazione "Stomp Out Bullying" ha dichiarato di non avere mai ricevuto alcuna donazione da Chiara Ferragni o dalle sue società. La bambola, alta 34 centimetri e venduta originariamente a 34,99 euro, è andata sold out in soli 5 ore.
Nel 2019, l'influencer aveva comunicato via social media che l'intero ricavato delle vendite della bambola sarebbe stato devoluto all'associazione benefica. Tuttavia, il messaggio non specificava dettagli sul canale di vendita e non è possibile quantificare l'ammontare delle donazioni effettive.
La Ceo e fondatrice di "Stomp Out Bullying", Ross Ellis, ha dichiarato di non conoscere Chiara Ferragni e ha confermato di non aver ricevuto alcuna donazione da parte sua. La trasmissione ha tentato di ottenere una replica da parte di Ferragni, la quale ha risposto di essere "a disposizione" delle autorità competenti per chiarire la situazione, ribadendo la sua fiducia nella magistratura che sta indagando sul caso del pandoro Balocco 'Pink Christmas'. La risposta di Ferragni è giunta attraverso una nota in cui afferma che risponderà esclusivamente alle autorità competenti.
L'inchiesta e gli interrogativi sulla destinazione dei fondi della bambola potrebbero mettere a dura prova la reputazione della celebre imprenditrice.
