Insidie mafiose dietro ricostruzione. Prefetto smentisce e rilancia

L'articolo di Repubblica irrita le istituzioni

29 Giugno 2009   15:53  

L'appalto per sbancare mezza collina a Sant'Elia e realizzare le piattaforme di cemento sulle quali poggeranno i pilastri per le palazzine antisismiche è stato aggiudicato da una associazione temporanea di imprese guidata dalla “Prs produzione e servizi” Srl di Avezzano, la capogruppo.
Fra le ditte subappaltatrici la Di Marco Srl che fa capo a Dante Di Marco, 70enne residente a Carsoli, che oltre ad essere il suo amministratore unico, risulta essere socio fondatore della “Marsica Plastica srl”. Due società che hanno sede a Carsoli nel medesimo indirizzo.
La prima, è bene sottolinearlo, non è mai stata coinvolta direttamente in indagini antimafia. Ma la seconda, la “Marsica Plastica srl”, vedeva come socio, assieme a Dante Di Marco, Achille Ricci, arrestato tre settimane prima del terremoto. Il nome dice poco, ma sicuramente si ricorderà il nome dell'operazione, “Alba d'Oro” e quello del politico mafioso al quale era legato il tesoro occulto: Vito Ciancimino . Allora il Gico della Guardia di Finanza sequestrò anche un villaggio turistico a Tagliacozzo.
Fra i soci anche Ermelinda Di Stefano, moglie del commercialista siciliano Gianni Lapis, accusato di essere il regista degli investimenti del tesoro Ciancimino.
Questo l'antefatto, contenuto in un articolo a tutta pagina uscito oggi su Repubblica a firma di Attilio Bolzoni . Che ha suscitato l'immediata e irritata reazione del prefetto dell'Aquila Franco Gabrielli, tanto da convocare nel pomeriggio una conferenza stampa ad hoc. Dalla quale tuttavia non è uscita alcuna smentita ai contenuti dell'articolo di Bolzoni.
“Al momento i contratti con le societa' che stanno realizzando le casette antisimiche all'Aquila non sono stati ancora stipulati” ha chiarito subito il prefetto. Le lunghe procedure burocratiche per portare a termine gli accertamenti sulle ditte faranno slittare la stipula dei contratti. Risultato: le ditte lavorano senza contratto, e in molti già si domandano chi pagherà gli operai se la loro ditta un domani dovesse risultare collusa in base agli accertamenti.
Numerose istruttorie sono in corso sulle ditte in ballo ha detto il prefetto. Che considera i lavori avviati, per un importo complessivo di 426 milioni di euro, fuori pericolo di infiltrazioni malavitose.

(MS)


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