Interrogazione sulla mega discarica di Bussi: perché qualcuno vuole rinunciare alla bonifica?

27 Dicembre 2012   15:58  

La puntata di Report dedicata a Bussi ha fortunatamente riportato l'attenzione anche nazionale sulla megadiscarica e sulla vicenda dell'erogazione dell'acqua contaminata. La Gabanelli e Riccardi hanno confermato le critiche che come Rifondazione e ambientalisti abbiamo formulato da tempo all'operazione Toto - Solvay (finanziata con l'emendamento bipartisan Marini-Letta) e anche le nostre perplessità sulla strategia del commissario Goio.

Ho depositato oggi un'interrogazione a Chiodi per ricordargli l'esistenza della discarica di Bussi. Credo che il quadro di questioni che ho tratteggiato nell'interrogazione possa servire ai cittadini e agli stessi operatori dell'informazione per fare il punto.

Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC * Nella ricostruzione di Report c'è una piccola lacuna. Il prof. Fausto Croce si rivolse al compagno Guido Renzella del circolo PRC di Torre de Passeri che mi telefono' proprio mentre mi trovavo con Augusto De Sanctis del WWF. Venne fuori l'idea di commissionare a un laboratorio certificato le analisi. Una volta ottenuti i dati che confermavano le analisi del prof.Croce decidemmo di renderli pubblici con una interrogazione parlamentare.

Precauzione saggia perche' gli esponenti del "partito dell'acqua" che controllavano Ato e ACA non solo negarono l'evidenza ma presentarono anche una denuncia in procura contro chi stava - secondo loro - facendo terrorismo ambientale. Poi sotto processo ci sono finiti loro! Purtroppo le leggi italiane sono troppo blande in tema di reati ambientali! Vorrei rassicurare i cittadini: i pozzi contaminati vennero chiusi su intervento del commissario Goio dopo la mia interrogazione. Se l'acqua erogata oggi è pulita, rimane lo scandalo dei metodi di gestione dei servizi idrici da parte del PD pescarese.

Interrogazione

Bussi: perché rinunciare alla bonifica della discarica?

Considerato che

- la trasmissione Report ha dedicato un considerevole spazio nella puntata dello scorso 23 dicembre al sito di Bussi; nel servizio il commissario Adriano Goio ha dichiarato che per il “risanamento totale” della megadiscarica “Tremonti” posta a pochissimi metri dal Fiume Pescara, cioè l’asportazione del materiale e il trasporto e conferimento in discarica, sarebbero necessari “approssimativamente sugli 80 milioni di euro”;

- nonostante il commissario Goio definisca tali costi “spaventosi” risulta evidente che una tale cifra non è poi così onerosa se con un semplice emendamento bipartisan sono già stati stanziati 50 milioni di euro che però si cerca di dirottare sulle aree già occupate dagli stabilimenti la cui bonifica invece dovrebbe essere a carico della Solvay;

- in ogni caso per la bonifica della discarica “Tremonti” si agirebbe in danno e il sito è l'unico in cui coincidono proprietà e probabile inquinatore, per cui è più facile la rivalsa, anche grazie al processo in corso (infatti risulta che i primi denari impiegati per il primo intervento di capping già realizzato, almeno in parte, sono state già rifusi al Commissario, a dimostrazione che si possono anche recuperare velocemente i soldi pubblici impiegati);

a meno che le dichiarazioni del commissario Goio non risultino prive di fondamento – il che implicherebbe le immediate dimissioni di un commissario che dovrebbe aver approfondito ogni aspetto della questione – si può sostenere che la bonifica della megadiscarica di Bussi definita da Report “bomba chimica tra due fiumi” dovrebbe essere un obiettivo su cui concentrare risorse e impegno;

- risulta invece che il commissario Goio – secondo il progetto presentato alla la Conferenza dei Servizi istruttoria sul Sito di Interesse Nazionale per le Bonifiche di Bussi tenutasi al Ministero dell’Ambiente lo scorso 6 dicembre e quanto dichiarato nel corso della citata trasmissione – abbia sostanzialmente rinunciato a qualsiasi intervento di “risanamento totale” e che intenda procedere soltanto alla “cinturazione” della discarica con il posizionamento attorno al perimetro del sito di una palancolatura con profondità di 20 metri (finora è stato realizzato soltanto cosiddetto “capping” cioè la copertura con teli per evitare l'infiltrazione delle acque piovane dall'alto);

- gli stessi uffici regionali in sede di conferenza dei servizi presso il Ministero dell'Ambiente hanno espresso fortissimi dubbi anche dal punto di vista tecnico sul progetto di palancolatura del commissario Goio;

- il commissario Goio avrebbe comunque già appaltato i lavori senza alcuna interlocuzione con gli altri enti e senza neanche rispondere in sede di conferenza dei servizi alle puntuali critiche tecniche dei funzionari regionali;

- duole constatare la latitanza della Regione Abruzzo sulla questione di Bussi che per la sua rilevanza non può essere lasciata alle determinazioni di un commissario;

- per quanto riguarda il giudizio sull’operazione Toto-Solvay la giornalista Milena Gabanelli ha espresso le medesime critiche che Rifondazione Comunista da tempo ha pubblicamente e ripetutamente esplicitato:

Ora per bonificare ci vogliono 80 milioni, è probabile che se la caveranno con i 12 che servono per impacchettare tutta quella roba. Dopodiché c’è lo stabilimento, alla Montedison è subentrata la Solvay che adesso dice: io me ne vado però in futuro nessuno mi deve chiedere conto se su questi terreni verrà trovato qualcosa che non va e qui si fa avanti Toto, quello dell’ Air one, che durante la vendita di Alitalia è riuscito a ripianare tutti suoi debiti, e Toto dice: mi prendo l’area dismessa, ci faccio un cementificio e salvo 100 posti di lavoro, ma non mi dovete chiedere di pulire perché non sono stato io ad inquinare e allora chi bonifica? E qui ci pensa un emendamento i cui padrini sono Gianni Letta e Marini che spostano 50 milioni dai fondi per il terremoto per metterli in una bonifica per reindustrializzare esattamente bonificare per reindustrializzare. In sostanza il commissario pulirà là dove mette i piedi Toto, intorno no però si dirà che alla fine tutto è stato bonificato anche se non è vero”;

- sulle aree Solvay comunque il proprietario deve almeno assicurare la messa in sicurezza di emergenza e, nel caso Solvay, anche la bonifica sulla base della recente sentenza del TAR Lazio (2263/2011) e non si capisce quindi perché operare con risorse pubbliche;

il sottoscritto consigliere regionale, Maurizio Acerbo Interroga il Presidente e la Giunta Regionale

- se condividono la strategia di Goio di rinvio sine die della bonifica;

- se non ritengano che le risorse pubbliche vadano concentrate sulla bonifica delle discariche invece che sul sito Solvay;

- quali iniziative intendano intraprendere per far sì che le risorse pubbliche, da quelle per la “cinturazione” ai 50 milioni stanziati con il Milleproroghe del 2011, siano utilizzate per la bonifica della discarica e per reperire le risorse aggiuntive eventualmente necessarie.

 


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