Grazie a una procedura all'avanguardia, una donna di Teramo evita l'embolia polmonare massiva, segnando un traguardo storico per l'ospedale Mazzini.
Per la prima volta, l’ospedale Giuseppe Mazzini di Teramo ha eseguito con successo una trombectomia meccanica percutanea, un intervento che ha consentito di salvare la vita a una donna di 75 anni. Questo procedimento innovativo è stato fondamentale nel caso di una paziente affetta da embolia polmonare massiva, una condizione potenzialmente letale.
Secondo una nota ufficiale della ASL, il team di esperti, guidato dal dottor Franco De Remigis, ha utilizzato un sofisticato sistema di cannule e aspirazione. L'equipe medica ha fatto passare gli strumenti attraverso l’atrio e il ventricolo destro, risalendo lungo l’arteria polmonare fino al punto in cui era presente la trombosi. Grazie a un sistema di aspirazione, i trombi sono stati rimossi, ripristinando immediatamente la circolazione nei polmoni. Attualmente, la paziente è stata dimessa e le sue condizioni sono ottime.
L’intervento è stato realizzato dopo che la donna aveva subito un’embolia polmonare massiva, per la quale non si poteva procedere con una trombolisi, a causa di una recente emorragia cerebrale. L’ASL ha evidenziato come l’embolia polmonare massiva rappresenti un’urgenza medica con elevata mortalità nei primi momenti, oltre a portare a complicazioni significative nei pazienti che riescono a superare la fase acuta.
Le terapie farmacologiche tradizionali non sempre offrono risultati positivi e possono comportare effetti collaterali, in particolare nei pazienti già a rischio di emorragia. La trombectomia meccanica, invece, è stata applicata in emergenza per questo caso, permettendo di rimuovere i trombi voluminosi che occludevano le arterie polmonari e ripristinando il flusso sanguigno.
Il direttore generale della ASL, Maurizio Di Giosia, ha dichiarato: “Il Mazzini si distingue come struttura all’avanguardia nel campo della Cardiologia. L’evoluzione tecnologica ha raggiunto standard di efficacia e complessità tali da permettere oggi il trattamento di malattie che in passato erano riservate esclusivamente alla chirurgia o che addirittura non erano curabili, anche in pazienti relativamente giovani. Queste innovazioni riguardano non solo le patologie coronariche, ma anche quelle strutturali e il sistema circolatorio polmonare”.
Questo intervento segna un passo avanti significativo per la medicina locale e offre nuove speranze per i pazienti colpiti da condizioni critiche.