Investì e uccise rivale a Roseto, ma per il pm non fu omicidio volontario

Probabile movente del gesto vecchi dissidi

23 Giugno 2015   10:56  

Si sono chiuse le indagini sulla morte di Roberto Natalini, 52enne commerciante che la sera del 10 settembre 2013 fu investito ed ucciso lungo la Statale a Roseto degli Abruzzi, mentre era a bordo della propria bicicletta.

Dopo quasi due anni, l'accusa è giunta a stabilire che non si trattò di omicidio volontario, bensì preterintenzionale: in altre parole, secondo il pm, colui che è accusato di aver provocato la morte di Natalini, il 38enne rosetano A. B., avrebbe sì investito volontariamente il commerciante, ma senza avere l'intenzione di ucciderlo.

Dopo aver investito Natalini, A. B. si consegnò spontaneamente alcune ore più tardi ai carabinieri. La posizione del 39enne, inizialmente indagato per omicidio colposo, si aggravò ulteriormente nel momento in cui gli venne contestato il reato di omicidio volontario, con l'aggravante dei futili motivi.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, infatti, il movente del gesto era da inquadrare nei vecchi dissapori tra i due, precedentemente sfociati varie volte in denunce e litigi. A quanto risulta, ad A. B. è inoltre contestato anche il reato di calunnia, in quanto in una prima telefonata fatta alle forze dell'ordine avrebbe detto che a guidare l'auto sarebbe stata la madre e non lui.


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