Ipab Chieti, Febbo: "Spese pazze della nuova dirigenza e i dipendenti sono senza stipendi"

29 Febbraio 2016   12:32  

"La grave situazione finanziaria dell'Ipab "San Giovanni Battista" di Chieti e' ormai nota a tutti: i dipendenti sono senza stipendio da mesi mentre i fornitori attendono sconsolati i loro pagamenti; a tutti tranne la nuova dirigenza che, appena insediata, ha gia' mostrato con sciagurata disinvoltura di non avere nessuna contezza di quale sia lo scenario odierno mostrando comportamenti che sono in netta contrasto con una gestione improntata al rigore".

E' quanto dichiara il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo che si riferisce in particolare "a certe spese pazze come quella deliberata il 22 gennaio scorso dal nuovo CdA dell'ASP (presidente Sandra De Thomasis, membri Stefano Seccia e Giuseppe Gianni Di Labio): a seguito degli 'innumerevoli pignoramenti presso terzi' (la maggior parte dei quali deriva da azioni di recupero crediti da parte dei dipendenti), e' stato affidato all'avvocato Ernesto Pagliaricci l'incarico di effettuare 'la ricognizione' degli stessi 'al fine di individuare lo stato e dell'arte e della verifica delle azioni esecutive e risarcitorie a tutela dell'Ente'.

La spesa deliberata ammonta addirittura a 5.800 euro ed e' palese come ci si trovi di fronte a uno sperpero di risorse pubbliche in quanto per avere un quadro della situazione bastava chiedere ai precedenti legali, i quali avevano in carico le singole pratiche da cui erano poi scaturiti i pignoramenti, e conoscere cosi' le ragioni della mancata opposizione agli stessi. O bastava farsi relazionare dall'Ufficio Amministrativo dell'Ente, che ben conosce il problema e la sua entita'.

Si sarebbe scoperto - aggiunge Febbo - che molte delle controversie in corso con i dipendenti e molti dei pignoramenti che ne sono seguiti si sarebbero potuti evitare se solo si fosse dato corso a delle transazioni, come suggerito dai legali.

Ma la gestione targata Recubini non se ne e' mai preoccupata e a quanto pare anche quella della neo presidente De Thomasis, sembra seguire la stessa strategia dello 'spendere e spandere'".

 "Ma non finisce qui - prosegue il presidente della Commissione di Vigilanza- perche' allo stesso avvocato Pagliaricci sono stati affidati altri incarichi (con altri impegni di spesa) per 'situazioni gia' pendenti', quindi gia' seguite da altri legali, mentre correttezza e continuita' professionale avrebbero consigliato di affidarsi agli stessi professionisti che gia' conoscevano le singole problematiche. Ma evidentemente i legami politici contano piu' di ogni altra cosa.

Altra spesa pazza. Revoca di un incarico a un legale nell'imminenza del giudizio e contestuale affidamento ad un altro con spesa triplicata. Il 9.2.2016 con delibera n.13 e' stato revocato l'incarico legale per il recupero crediti relativi all'anno 2011 nei confronti della ASL Lanciano - Vasto - Chieti all'avv. Valentina Bravi; incarico che le era stato assegnato per 3.000 euro dall'Organismo Straordinario di Gestione delle Ipab quando era presieduto da Ezio Tilli.

Contemporaneamente e' stato conferito lo stesso incarico all'avvocato Sperduti, ma con una spesa di ben 10.000 euro, fatto salvo il caso di sentenza favorevole all'Ente, con il legale che limiterebbe 'le proprie competenze a quelle riconosciute in sentenza poste a carico della ASL'.

Una 'clausola' - secondo Febbo - che vuol solo trarre in inganno, perche' trattandosi di una causa di valore elevato, l'onorario del legale in caso di vittoria, sara' sicuramente superiore ai 10 mila euro preventivati.

D'accordo che in tal caso pagherebbe la ASL, soccombente, ma in caso di sconfitta al legale andrebbero comunque i 10 mila euro.

Bisogna considerare, poi, che il giudizio e' gia' instaurato e quindi il lavoro di ricostruzione economico-contabile e l'azione legale sono state gia' eseguite e depositate presso il Tribunale di Chieti dall'avvocato precedente.

Intanto sul neo Cda dell'Asp 1 di Chieti pende anche il macigno del ricorso al Tar presentato dal Comune di Chieti, in data 22 febbraio 2016, contro la delibera n.937 del 18.11.2015 con cui la Regione Abruzzo aveva formalmente costituito il consiglio di amministrazione dell'Azienda Servizi alla Persona. Secondo l'amministrazione comunale l'atto palesa evidenti vizi di illegittimita', in quanto la designazione dei due componenti del Consiglio di Amministrazione doveva essere riservata esclusivamente ai rappresentanti del Comune medesimo in seno all'Assemblea dei portatori di interesse in base all'art. 11 della L.R.17/2011, mentre hanno votato tutti i rappresentanti dell'assemblea.

Una questione - conclude Febbo - che ha un peso enorme perche' destinata a incidere non solo sulla legittimita' del neo Cda ma sulle scelte finora da esso prese".


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