Nella notte scorsa, l'Argentina ha assistito a un momento storico con l'elezione di Javier Milei, noto ultraliberista di destra, a presidente del Paese. Con l'86% dei voti scrutinati, Milei ha conquistato il 56% al ballottaggio, superando il candidato peronista progressista Sergio Massa (44,04%). In un discorso appassionato, il neo-presidente ha promesso di porre fine alla decadenza argentina, avviare la ricostruzione e abbracciare l'idea della libertà.
Indossando giacca e cravatta al posto del suo iconico chiodo di pelle, Milei si è presentato al fianco della sorella Karina, suo fedele sostegno durante la campagna elettorale. Nel suo primo discorso ufficiale, ha dichiarato che la fine del modello di stato impoverente è giunta, annunciando una svolta nella storia del paese.
Milei assumerà ufficialmente la carica il 10 dicembre, coincidendo con il quarantesimo anniversario della democrazia dall'ultima dittatura militare. Affrontando le sfide urgenti come inflazione, povertà, miseria e insicurezza, il neo-presidente ha affermato con fiducia che l'Argentina ha un futuro liberale e mira a diventare una potenza mondiale entro 35 anni.
Nel suo discorso di vittoria, Milei ha evitato di discutere di alcune delle sue proposte più controverse, come la dollarizzazione o la chiusura della Banca Centrale. Tuttavia, ha ribadito il suo motto distintivo: "Viva la libertà, maledizione", accolto con entusiasmo dalla folla che ha festeggiato nelle città di tutto il paese.
Il candidato sconfitto, Sergio Massa, ha riconosciuto la sconfitta in un discorso drammatico, elogiando la solidità del sistema democratico argentino. Ha contattato Milei per congratularsi e augurargli buona fortuna, accettando il risultato e sottolineando l'importanza del dialogo e del rispetto per la convivenza pacifica.
L'entusiasmo per la vittoria di Milei era palpabile fin dalla chiusura dei seggi, con i sostenitori che hanno celebrato il cambiamento imminente. L'ex presidente Mauricio Macri e Patricia Bullrich, candidata di centrodestra, hanno espresso grande soddisfazione per il risultato e hanno sostenuto il nuovo presidente, aprendo la strada a una nuova era politica in Argentina.
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