L´Unione ancora incerta sul voto del senatore Luigi Pallaro, i

26 Febbraio 2007   22:27  
In Italia il dibattito politico resta concentrato sulla questione numerica necessaria per la tenuta della maggioranza. E´un vero e proprio balletto di conti, telefonate, incontri e confronti. Mentre i cittadini italiani sono tutti col fiato sospeso, Luigi Pallaro,senatore argentino eletto all´estero, si è recato a Punta del Este in Uruguay, per una "pausa di riflessione". Il sole, il vento e le onde del bellissimo mare di Rio de la Plata, nell´oceano Atlantico, lo aiuteranno certamente a riflettere bene, a riflettere meglio. Ma certamente chi con il proprio voto gli ha dato fiducia, gli ha consegnato un mandato importante, rimane sconcertato poichè vorrebbe immaginare il "senador" al lavoro a Roma, almeno perchè così guadagnarebbe onestamente il suo sonoro stipendio da senatore. E´ 158 il numero magico, quello necessario per ottenere la sufficienza politica e dare a Prodi ed alla sua coalizione la possibilità di riprendere il mano il timone del paese. Mercoledì si voterà la fiducia in Senato. L´Unione ha al momento 155 voti certi (compreso l´ex segretario Udc Marco Follini). Diventano 156 se si aggiunge quello di Fernando Rossi, che al momento sembra confermato. Resta "appeso" il voto di Turigliatto e permane l´incognita del "senador" Luigi Pallaro, che intanto si spreme le meningi in Uruguay per prendere una decisione e fa "pesare" il suo voto al centro sinistra. Ha invece sciolto la riserva, annunciando il suo voto contrario, l´ex Idv Sergio De Gregorio che, nonostante un ricovero in clinica per una colica renale, garantisce che sarà presente per votare no a costo di arrivare in barella a Palazzo Madama. Qui di seguito è integralmente riportata una conversazione telefonica tra il "senador" ed il giornalista di Corriere.it, Fabrizio Roncone, che aiuta a fare chiarezza sulla posizione del Senatore: «Che ora è lì da voi?». Le due del mattino, senatore. «E cosa si dice di bello?». Ci chiediamo se davvero lei voterà la fiducia a Prodi. «Eh...». Guardi che il suo voto rischia d`essere decisivo. «Senta, questo governo non teneva, non poteva tenere prima, e non tiene, non può tenere adesso». Questa è una dichiarazione di voto piuttosto negativa... «Questa è la verità. Perdiamo tempo. Perde tempo Prodi e perde tempo il Paese». Quindi? «Servirebbe un governo... come si dice? di larghe intese». In effetti, senatore, ci provano ad allargare l`alleanza, ma è dura. «Lo so, lo so... il guaio sono, anzi restano i numeri». Hanno convinto Follini, ora sperano in Turigliatto. «Il trotzkista? Mi sa che è dura...». È dura, ma ci provano, e se ci riescono sono a quota 157. Con lei, salgono a 158. «Senatori a vita esclusi, giusto?». Esclusi. «Beh, però io non ho ancora deciso... E poi è francamente odioso questo mercato dei voti. Lei non ha idea di quante persone mi stiano cercando, in queste ore». Chi la chiama? «Guardi, sia da destra che da sinistra. Capi, sottocapi, capetti...». E da Palazzo Chigi? «Beh... insomma, è chiaro, no?». Cosa? «Sì, mi cercano anche da Palazzo Chigi». E lei, senatore, cosa risponde? «Io non rispondo. Lascio squillare il cellulare. E poi, sa, qui ho uno straordinario vantaggio». Sarebbe? «L`Uruguay è un Paese bellissimo, ma con linee telefoniche malconce. Infatti, mi creda, è abbastanza sorprendente che questa telefonata ancora non caschi...». Ecco, appunto, senatore: non facciamolo cascare... «No no... anche perché, gliel`ho detto, ci sono un sacco di cose da dire, su questo governo prigioniero delle sinistre». Lei è molto critico e pessimista. «Ma sì, per forza. C`è troppa distanza su tutto, tra la componente moderata dell`Unione e la sinistra radicale. Che prima sfila a Vicenza, in corteo, arrabbiatissima con Prodi, lo fa cadere e poi, che fa?, lo difende. Ma che serietà è?». Giordano e Diliberto hanno promesso che non accadrà più. «E lei gli crede? No, senta a me: il problema non è Prodi, che io conosco e glielo posso assicurare, è davvero una brava persona». E però mi sa che lei non gliela darà la fiducia... «Io dico che la sua debolezza non dipende da lui. Il governo che cerca di tenere in piedi ha troppi interessi, e per giunta si tratta di interessi molto, molto distanti. Si spaccano su tutto. Sui Dico, sulla base di Vicenza, sull`Afghanistan... ma come si può?». Prodi dice che invece si può, che è sicuro di riuscire a riprendere il controllo della situazione... «Ma deve avere i numeri. Ce l`ha? No, non ce l`ha...». Senatore, senta: non è che lei, con questa sua incertezza, sta provando ad alzare il prezzo politico del suo già preziosissimo voto? «Io? Ma scherza? La verità è che ho proprio tanti, troppi dubbi. Io sono tormentato dai dubbi...». Quando rientrerà in Italia? «Martedì mattina». Patrizia Santangelo

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