Le relazioni del presidente Gian Giorgio Paleologo e del procuratore regionale Bruno Di Fortunato, illustrate in occasione dell´ inaugurazione dell´Anno Giudiziario 2008 della Corte Dei Conti, hanno di fatto offerto un affresco a tinte fosche della gestione della cosa pubblica nella nostra regione, suggerendo agli esponenti politici presenti nella sala congressi del castello cinquecentesco, spunti di riflessione e argomenti per l´incipiente campagna elettorale. Entrando infatti nel merito delle 21 sentenze di condanne comminate nel 2007 su 111 pubblicate, quantificabili in 557 mila euro, frequenti risultano i casi di mancata riscossione di crediti da parte delle amministrazioni, di crediti cancellati senza ragione, di appropriazione indebita di denaro pubblico da parte di dirigenti e amministratori. Numerosi poi i casi di spese non giustificate: affidamento a consulenti e strutture esterne di compiti e servizi che l´amministrazione potrebbe, ed anzi dovrebbe, svolgere direttamente; acquisto di beni e realizzazione di strutture che poi non vengono utilizzate, assunzione ingiustificata di personale. Lo spreco di denaro pubblico, ha sottolineato il presidente della Corte dei Conti Gian Giorgio Paleologo, è favorito dalla mancanza di procedure di controllo efficaci e e tempestive, da pene blande e poco deterrenti, specie quelle previste per i reati ambientali, ed anche dalla mancata riforma del processo contabile, immutato, pensate, dal lontano 1933. Anche quest´anno la Corte dei Conti punta il dito sulla moltiplicazione dei centri di spesa e sul livello professionale dei dipendenti delle istituzioni locali, definito assai modesto, soprattutto laddove - afferma il procuratore Bruno Di Fortunato - la politica del personale è condizionata pesantemente da logiche clientelari, ovvero dove le assunzioni sono decise in base all´appartenenza politica o addirittura familiare. Chiudiamo con una nota di speranza: aumentano i casi illeciti e gli sprechi segnalati e denunciati dai cittadini, che hanno ben donde per essere esasperati.
Filippo Tronca
