L'Aquila: Itinerario Piazza Duomo, 4 cantoni, Piazza Palazzo,S. Bernardino,Santa Maria di Farfa

Visite pre sisma del centro storico cittadino

28 Giugno 2012   11:57  

La visita della città di solito si fa iniziare dalla piazza del Duomo, ornata di due fontane con statue in bronzo dello scultore Nicola D’'Antino, dove tutti i giorni, tranne i festivi, si tiene il mercato. 

Il Duomo, o chiesa dei S.S. Giorgio e Massimo, sede arcivescovile, fu eretto nel secolo XIII ma rifatto completamente dopo il terremoto del 1703, venne restaurato nel 1887 e dopo il terremoto del 1915.
La facciata, neoclassica, è stata disegnata da Giovanni Battista Benedetti. L'’interno, a tre navate, presenta nella volta affreschi raffiguranti i Santi protettori Massimo, Bernardino da Siena, Pietro Celestino ed Equizio, realizzati da Annibale Brugnoli e Gennaro della Monica; a destra dell’'ingresso è il bel sepolcro del cardinale Agnifili, scolpito da Silvestro dell’'Aquila. A sinistra è un sarcofago paleo-cristiano.
Vi sono, inoltre, dei bassorilievi in stile gotico, avanzi di un ciborio del XV secolo, opera dello scultore milanese Giovanni de’ Rettori e di bellissimi dipinti: una tela di Baccio Ciarpi (presentazione di Gesù al tempio), una tela di Teofilo Patini che raffigura San Carlo tra gli appestati. Inoltre vi sono altri dipinti pregevoli.
Nell' ’abside un coro ligneo settecentesco intagliato da Ferdinando Mosca da Pescocostanzo.
Adiacente al Duomo, a sinistra, è il palazzo arcivescovile. Sulla piazza si affacciano inoltre la settecentesca chiesa del Suffragio, di Lorenzo Bucci da Pescocostanzo, con la facciata in stile barocco e l’'agile cupola aggiunta nel secolo XIX. L'’interno, in stile barocco, è a una navata; gli altari sono di marmo; al primo altare a sinistra una tela di Teofilo Patini: (Sant’Antonio da Padova 1897), dietro l'’altare maggiore è un grande trittico di Francesco Bedeschini, tripartito da colonne d’'ordine corinzio con una pregevole cornice in legno dorato, nella cui parte centrale è rappresentata la SS. Trinità con la Vergine, i Santi e le anime del purgatorio; ai lati altri Santi, in alto Gesù Redentore.
Il palazzo delle poste e telegrafi, dietro il quale si trova la caratteristica costruzione mercantile delle “Cancelle”, risale al ‘400: si tratta di quattro casette trasportate qui nel 1927 da Piazza del Duomo dove sorgevano nel punto in cui oggi è il palazzo delle poste. Si tratta di costruzioni a due piani, del tipo casa- bottega e constano di otto archi a tutto sesto che vanno a comporre quattro botteghe ciascuna con una porta minore sopraelevata ed una maggiore a davanzale.
Nell’'angolo opposto della piazza hanno inizio i portici del Corso Vittorio Emanuele, animato luogo di passeggio e di sedute ai tavolini del caffè nelle serate estive. A circa metà del corso si apre il quadrivio dei “quattro cantoni”, famoso punto di ritrovo dei cittadini. Procedendo a sinistra continuano i portici sui quali si affaccia l'’ampio ingresso del Convitto Nazionale, sul sito che fu dell'’ex convento di San Francesco, in una cella del quale nel 1444 morì San Bernardino da Siena. Nello stesso palazzo hanno sede il Liceo Ginnasio e la Biblioteca Provinciale “Salvatore Tommasi ”, aperta al pubblico dal 1848, È la più importante d’'Abruzzo per la rarità dei suoi testi e per il gran numero delle opere che contiene.
Di fronte, su Corso Umberto primo, spicca il palazzo Ciolina. Segue Piazza Palazzo, dove è posto il monumento allo storico romano Sallustio (della vicina città antica di Amiternum) e vicino è il palazzo di Margherita d’'Austria, poi di Giustizia ed oggi sede del Municipio.
Il palazzo in origine (sec. XIV) sede del capitano di giustizia, fu nel 1573 quasi tutto rifatto dall'’architetto napoletano Francesco Marchirolo per servire da dimora a Margherita d'’Austria, figlia naturale di Carlo V, sposa di Alessandro dei Medici e poi di Ottavio Farnese, che dopo essere stata abile ed energica governatrice dei paesi bassi, fu eletta governatrice dell’'Aquila. Di qui si passa all’'altro lato del palazzo ove si apre, a sinistra, piazza S. Margherita, adorna di una bella fontana, dalla grezza facciata della chiesa del Gesù (o di Santa Margherita o dei Gesuiti, ricostruita dopo il terremoto del 1703, con l'’interno barocco costituito da sette cappelle con stucchi e decorazioni marmoree a sinistra dipinti di Girolamo Cenatiempo e Lorenzo Berrettini); e del settecentesco palazzo Pica Alfieri costruito sul progetto del Fontana, avente all'’interno una serie di saloni ben conservati e una ricca suppellettile.
La chiesa di Santa Margherita venne costruita dal castello della Forcella; nel fianco destro sono murati sopra una porta alcuni frammenti dell’'antico ciborio del Duomo (“l’'arcangelo Gabriele ” e “l’'Annunciata” e “l'’eterno Padre tra Serafini”), all’'interno delle cappelle vi sono pregevoli affreschi e un crocifisso ligneo del settecentesco.
Di fronte il Palazzetto dei Nobili o della Congregazione dei Nobili con finestre alternate a nicchie al quale si accede per un portalino del 1514 che introduce all’'oratorio. In fondo alla piazza una statua in stile barocco di Carlo secondo d'’Asburgo (quinto come re di Napoli) eretta nel 1675 dallo scultore romano Marcantonio Canini. La statua mostra i segni del tempo. Alcune parti di essa sono state cancellate. Sulla stessa piazza è anche il palazzo Camponeschi o Spaventa, rifatto nel secolo XVIII, oggi sede dell’Università. Voltando per via Bafile troviamo il Palazzo Quinzi, opera di Francesco Fontana, una delle emergenze turistiche del Settecento con la facciata a tre ordini di finestre. In fondo a via Bafile fa bella mostra di sé il palazzo gentilizio Carli di impianto cinquecentesco, ma rifatto nel Settecento, sede del rettorato dell’'Università, con cortile porticato ed arcate su pilastri.
Tornati di nuovo ai “quattro cantoni, seguiamo la via San Bernardino che ha, a sinistra, il severo Palazzo Fibioni, della fine del Quattrocento; segue, in uno slargo, l’'ex ospedale San Salvatore, ora scuola elementare Edmondo de Amicis, costruito per iniziativa di S. Giovanni di Capestrano nel 1455. Dell’'antica costruzione resta il portale architravato d'’ingresso datato 1457 e altri portali nell'’atrio e nel cortile. Subito dopo sorge la basilica di San Bernardino, eretta tra il 1454 e il 1472, con la sua cupola e la sua meravigliosa facciata rettangolare che si stagliano da lontano nel panorama della città. Si eleva maestosa, sulla sommità di un'’ampia gradinata che contribuisce a renderla ancora più suggestiva. La facciata, rettangolare, è a tre ordini sovrapposti: dorico, ionico e corinzio  è opera dell’'architetto rinascimentale Cola dell’'Amatrice. Nella lunetta del portale mediano si nota un bel bassorilievo di Silvestro dell’'Aquila. L'’interno, a croce latina, presenta tre navate divise da possenti pilastri con addossate alte lesene, cappelle laterali e una vasta cupola ottagonale.
Il ricchissimo soffitto in legno intagliato e dorato è opera dell'’abruzzese Ferdinando Mosca da Pescocostanzo, come lo è pure il grandioso organo barocco. Nel pavimento, ai lati del portale, vi sono due pietre tombali del Quattrocento e al primo pilastro a destra un’'acquasantiera del ‘500. Le cappelle sono aggiunte posteriori, quasi tutte probabilmente del secolo XVIII, e sono 16 a parte i due altari non internati del Presepio e della Madonna degli Angeli.
Nella seconda cappella della navata destra è posta la pala di Andrea della Robbia, nipote del celeberrimo Luca. Al centro della navata, la cappella di San Bernardino contiene il mausoleo del Santo realizzato da Silvestro dell’'Aquila, allievo del Donatello, nel 1505. Di questo artista è anche il sepolcro di Maria Pereira moglie di Lalle Camponeschi, potentissimo nobile della città, riferibile al 1488.

Attiguo alla chiesa è l'’ex convento francescano, oggi trasformato in caserma, composto da vari chiostri e da vari ambienti tra cui la Cattedra Bernardiniana, refettorio magnificamente affrescato da autori del Seicento umbri e toscani. La figura di San Bernardino nell’'Aquila esercitò una notevole influenza non solo nel campo religioso, ma anche in quello civile e sociale.

Il suo monogramma, le iniziali in gotico del nome di Gesù (I,H,S)iscritte in una sfera di 12 raggi, divenne il fregio di portali di palazzi gentilizi e delle porte di abitazioni modeste, di chiese e dello stesso palazzo di città e fu addirittura inserito nel gonfalone civico. Ma è la tomba del Santo che esercitò nell’ Aquila la maggiore influenza da un punto di vista artistico.
La grande basilica a lui dedicata, le opere d’'arte create all'’interno risvegliarono un fervore culturale ed artistico che avrebbe improntato il secolo XV e il successivo. Bernardino nacque a Massa Marittima l’8 settembre 1380. Rimasto orfano in tenera età, fu educato dagli zii. Trasferitosi a Siena, a 22 anni entrò nell’'ordine francescano e nel 1404 fu ordinato sacerdote; dal 1417 si dedicò alla predicazione itinerante.
Bernardino venne all'’Aquila per la prima volta nel 1438, chiamatovi dal confratello e amico Giovanni da Capestrano, per placare una controversia tra i francescani, ed ebbe allora modo di parlare alla cittadinanza. Trascorse in questa città per sua volontà gli ultimi giorni della sua vita. Morì il 20 maggio 1444 e a solo sei anni dalla morte venne canonizzato da Papa Nicolò V.

Da piazza San Bernardino giungiamo nei pressi di Porta Leone, sormontata da una torre aperta verso l’'interno della città, risalente alla fine del ‘200, la più antica ancora esistente. Nelle vicinanze il quartiere di Santa Maria di Farfa sulla cui piazza prospetta la chiesa omonima con un bel portale romanico ed una interessante scultura raffigurante due angeli in bassorilievo. Di qui si giunge in via Fortebraccio, dedicata alla memoria del condottiero Braccio Fortebraccio da Montone, sulla quale possiamo ammirare il rinascimentale palazzo Alferi, ora Istituto Santa Maria degli Angeli e al n. 91 una casetta del ‘300. Da qui si arriva in Piazza Bariscianello,da dove è possibile ammirare, dal basso dell' ’ampia scalinata, che presenta ai lati sei edicole patrizie, la Basilica del Santo.


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