L'Aquila: anche il Max Weber in demolizione, così cambia il profilo della periferia

22 Agosto 2012   12:54  

Non è una scelta, almeno non è tale fino a quando le condizioni economiche dellaricostruzione non la impongano. L’abbattimento e la successiva ricostruzione di case risultati inagibili nel post sisma è una modalità che il privato può scegliere solo quando il’eventuale restauro complessivo dell’immobile sia superiore al costo stimato dell'edilizia popolare ovvero 1200 euro al metro quadrato. Se il restauro  supera il cosiddetto limite di convenienza economica, il proprietario può scegliere l'abbattimento.

E così girando per le strade aquilane, improvvisamente mancano dei punti di riferimento, palazzi, dati per scontati, scompaio all’improvviso ridelineando i profili di molte zone soprattutto della periferia.

E nell’abbattere i palazzi ci sono anche le ditte fortunate, come quella che si occupa dell’intero paese di San Gregorio, che tra le macerie, ha ritrovato e restituito alle due sorelle anziane proprietarie, una scatola rossa con 7000 euro. E fu la stessa, fortunatissima ditta, che anche  nel 2010 in una via all’altezza di piazza San Pietro, recuperò valori per complessivi 200 mila euro, contribuendo a restituirli al legittimo proprietario.

E gli abbattimenti sono all’ordine del giorno, ultimo quello della storica scuola privata Max Weber, punto fermo in Viale Corrado IV, strada anch’essa destinata a profonde trasformazioni nell’assetto urbanistico. E la città, nella periferia, è un vero via vai di lavori, se non si abbatte, si restaura. Ma il centro storico, fatica a starle dietro


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