L'Aquila, candidati sindaco a confronto in piazza Duomo. Poche idee e ben confuse

20 Aprile 2012   00:10  

Tendone pieno, organizzazione perfetta, par condicio rispettata. C'erano tutti gli ingredienti per un confronto serio tra gli otto candidati sindaco. Se non fosse che le idee espresse dagli aspiranti primo cittadino non hanno dato quel contributo che ci si poteva aspettare per far sì che "l'uomo della strada" si facesse un'idea su chi votare il 6 e 7 maggio.

Sei domande, uguali per tutti i candidati, hanno dato modo a Enza Blundo (Movimento Cinque stelle), Massimo Cialente (centrosinistra), Giorgio De Matteis (L'Aquila città aperta), Ettore Di Cesare (Appello per L'Aquila), Angelo Mancini (Idv), Pierluigi Properzi (Pdl), Enrico Verini (Fli) e Vincenzo Vittorini (L'Aquila che vogliamo) di esprimersi sulle principali questioni che interessano l'oggi e, soprattutto, il domani della città.

Dal modellino di una carriola, simbolo della grande mobilitazione popolare di due anni fa, Anna Colasacco e Graziella Cucchiarelli, estraggono a sorte un bigliettino che contiene il nome del candidato cui tocca rispondere, scandendo l'ordine degli interventi, ciascuno di due, al massimo tre minuti. Le domande, precisano subito le moderatrici, sono il frutto del confronto preliminare tra i cittadini, avvenuto anche attraverso il web.

Si parte con la ricostruzione e l'imminente fine annunciata del commissariamento e il contestuale passaggio dei poteri al Comune.

Verini si traveste da Brunetta e immagina un Comune coi tornelli per aumentarne l'efficienza: "Rimetterei i badge per ridare l'ordine che oggi manca. Sono l'unico che ha lottato contro un dirigente, Paola Giuliani". E poi "farei ruotare i dirigenti".

Cialente sembra consapevole delle difficoltà cui si va incontro, e annuncia di aver già chiesto un numero di tecnici adeguato per far fronte alla mole di lavoro che dovrà accollarsi il Comune.

De Matteis evidenzia il "totale caos" in cui versa il Dipartimento sisma e ricostruzione, e ricorda le 4329 pratiche "E" bloccate. Come rendere più efficiente la macchina? Facendo "lavorare meglio chi c'è e valorizzando le competenze, non necessariamente ruotando i dirigenti".

"L'errore è stato quello di far finire il commissariamento dell'emergenza senza preparare una governance effettiva che potesse temperare il ruolo del commissario" dice Properzi. "Servono tre cose - spiega l'urbanista - un provveditorato alla ricostruzione, una sezione distaccata della Soprintendenza, e un ufficio del Genio civile. Tre cose per le quali ci sono zero risorse".

Per Vittorini serve un "patto tra la classe politica e quella amministrativa del Comune", dove i dirigenti, "che devono essere efficienti", rispondono all'indirizzo del sindaco e degli assessori. "Il cittadino con il sistema referendario partecipa alle scelte e tutto sarà trasparente perchè pubblicato sul web".

"L'adeguamento dell'ufficio tecnico, attualmente non in grado di affrontare la mole di lavoro che arriverà" è la chiave di volta di Di Cesare. L'idea è quella di attrarre, attraverso concorsi, "le migliori persone d'Italia", perchè all'Aquila "ci sono compiti gravosi". "Bisogna programmare perchè occorre vincere tutti i bandi europei". E attraverso la trasparenza che renderà tracciabili le pratiche di ricostruzione si metterà fine alle clientele.

"Rivedere la convenzione con la filiera" è la ricetta di Mancini per superare "quest'assurda impasse". "Non c'è corrispondenza diretta - ha spiegato poi il professore - tra l'assessore e il dirigente. Bisogna riorganizzare in modo che dipartimenti (4) e settori (15) abbiano lo stesso numero degli assessori e che le direttive della parte politica vengano messe in atto". E a proposito della meritocrazia, Mancini ha ribadito la necessità di "riequilibrare l'indennità di posizione e quella di risultato".
Infine ha ricordato come il Consiglio comunale abbia votato un anno fa la sede unica a Via Rocco Carabba, mentre "oggi ognuno se ne esce con un'idea".

Per Enza Blundo bisogna invece "rivedere tutti gli incarichi in modo che i dipendenti siano impiegati dove risultino più produttivi". La proposta per rendere più trasparente l'attività dell'ente è quella di riprendere tutte le sedute del Consiglio comunale e trasmetterle in tv.

I rintocchi delle campane ricordano che sono le 18.30, interrompendo Enrico Verini che proprio in quel momento sta iniziando l'intervento. "Potere occulto!" esclama qualcuno dalla platea. "Sarà buon segno? Spero di si" dice lui, ma poco dopo, davanti al perseverare dei rintocchi, ironizza: "Il vescovo non mi appoggia!".

Si torna seri per affrontare il tema che sta più a cuore a chiunque si senta aquilano: il futuro del centro storico.

Tutti sono d'accordo, seppur con diverse sfumature, sulla necessità di riportare le attività, istituzionali ed economiche, all'interno delle mura.

Mancini immagina un polo scolastico lungo Viale Duca degli Abruzzi. Nella vecchia scuola elementare e negli edifici che ospitavano l'Itass e la "Carducci".

Per Di Cesare è importante procedere in modo organico e non "a macchia di leopardo", in modo che man mano che le zone vengono recuperate tornano alla vita. Non c'è, insomma, un inizio ed una fine, ma un "centro ripopolato gradualmente".

"Nessuno investirà - secondo Vittorini - senza sapere come sarà L'Aquila del futuro". Serve quindi un piano: anche per le scuole, che devono avere la massima sicurezza antisismica. Solo così gli studenti possono tornare in centro, altrimenti meglio che se ne stiano nelle periferie.

Verini fa notare come la ricostruzione con tutto quello che comporta, sia incompatibile con le attività che "fanno falsamente rivivere il centro". Per il futuro, a città rifatta, il candidato di Fli immagina un centro senza traffico e con "ciascuna abitazione che abbia nel raggio di trecento metri un asilo, un parco giochi, una piazza dotata di wireless, un presidio di forza pubblica e un alimentari"

"Dopo tre anni del centro non sappiamo cosa farne" constata Properzi. "Il centro va inquadrato in una dimensione urbana più ampia. Non può esistere un centro con una periferia insostenibile e con due poli fuori dalla città come quelli che si stanno costituendo. La riflessione sul futuro della città capoluogo va estesa anche ad altre istituzioni".

La strada indicata dal sindaco uscente è quella di riportare tutti gli uffici in centro e convincere i commercianti che si sono dislocati a tornare. "Il Comune - dice Cialente - deve essere il primo a tornare in centro". E indica palazzo Margherita come sede unica dell'ente.

La Blundo dà la priorità agli edifici che hanno il maggior numero di locali commerciali da poter affittare. Ma mette in guardia: "I primi che si renderanno disponibili dovranno avere affitti calmierati". E poi cade in fallo parlando di palazzo Quinzi come esempio di edificio storico che ha resistito al terremoto. Sarà Angelo Mancini, preside del Liceo Classico che aveva sede proprio in quello stabile, a ricordarle come abbia avuto grossi danni con il crollo delle volte.

Per De Matteis è importante stabilire delle priorità, individuando delle aree strategiche che possano essere recuperate in tempi rapidi.

La crisi economica è un altro dei temi messi sul tavolo dall'assemblea cittadina. Come riprendersi? E come sostenere i piccoli artigiani, commercianti e imprenditori messi in ginocchio dal terremoto?

Tutti vanno a parare ai 90 milioni di euro previsti dalla legge sul terremoto, che come ricorda Verini "stanno ancora lì ad ammuffire". "Pochi, maledetti e subito" diceva un vecchio adagio. E sembrerebbero gli unici ad oggi disponibili. Almeno virtualmente, visto che ancora si aspetta il decreto attuativo del Ministero dell'Economia che stabilisca come spenderli.

Il candidato di Fli li dividerebbe in due, destinando una parte "a chi ha resistito in questi tre anni", un'altra parte per "finanziare a fondo perduto le migliori 2 o 300 migliori idee". E poi, concedere alle imprese spazi all'interno dell'ex Polo elettronico ad affitti simbolici.

Utilizzare i lotti ad oggi inutilizzati all'interno dei nuceli industriali, attraverso un nuovo piano regolatore che ne consenta l'ampliamento, è la ricetta di De Matteis, che si domanda dove siano e come vengano utilizzate le centinaia di milioni di euro che la Carispaq ha in cassa anche grazie al terremoto.

Idea bocciata dal Properzi urbanista: "Non credo alla politica dei nuclei industriali. Appartiene agli anni Sessanta ed ha prodotto nefandezze, compromettendo il paesaggio. Viceversa si tratta di riqualificare i nuclei, convertendo gli edifici oggi inutilizzati. Il Comune deve garantire spazi gratuiti per artigiani e commercianti". E poi dice basta al consumo di suolo, sì alla "riqualificazione dell'esistente".
La Carispaq fagocitata dalla Bper? "Chi ha soldi li può spostare - dice - chi ha debiti può cercare altre soluzioni con altre banche".

Di Cesare concentra l'attenzione su una "microzonazione sociale del denaro", prendendo ad esempio il metodo utilizzato dal Giappone per il dramma di Fukushima. Una proposta poi per le Pmi artigiane: stabilire un limite ai subappalti, che siano a prezzo pieno e destinando una quota alle piccole e medie imprese del territorio.

"In sede di stesura del decreto attuativo del 'de minimis' - spiega il sindaco Cialente - si potrebbe prevedere che parte delle risorse vengano destinate ai Confidi". Il Comune, intanto, "può riaprire i termini per la ricollocazione delle attività produttive", ma "la domanda è scarsa, perchè gli unici terreni comunali sono in aperta campagna, sono quelli di uso civico".

"I finanziamenti del 'de minimis' sono utili ma insufficienti" secondo la Blundo.

Turismo, biotecnologie e farmaceutico sono i settori sui quali bisogna puntare per Vittorini.

Come primo provvedimento nel caso di elezione, Cialente proseguirebbe col discorso del "Piano strategico di terza generazione", Properzi no perchè senza "dialogo vero e costruttivo con gli stakeholder" il Piano strategico "è solo aria fritta".

Verini nel giro di tre mesi darebbe all'Aquila quel 'de minimis' che nessuno è riuscito a dare in tre anni, Vittorini ripartirebbe dall'analisi dei dati macroeconomici, utilizzerebbe il 'de minimis' anche per le infrastrutture e creerebbe un parco divertimenti della scienza ai Laboratori del Gran Sasso.

Di Cesare farebbe dell'Aquila il "distretto europeo della sostenibilità, mettendo in rete Università, imprese e ricercatori". Enza Blundo sindaco aprirebbe all'ascolto vero della cittadinanza e creerebbe "titoli di credito comunali di piccolo taglio per favorire le piccole imprese".

Mancini attuerebbe il Decreto legislativo 150 del 2009 per la territorializzazione delle procedure concorsuali, in modo da favorire l'assunzione di aquilani.

De Matteis istituirebbe un "ufficio in grado di prendere soldi", visto che il "Comune è assente" per i Fas, i Por-Fesr e i fondi Cipe, "assegnati ma inutilizzati".

Marco Signori


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