L'Aquila, il Comune parte civile nel processo alla Grandi rischi

Crolli, avvisi garanzia per via Poggio Santa Maria

28 Dicembre 2010   09:54  

E' ufficiale: il Comune dell'Aquila si costituirà parte civile nel processo a carico di sette componenti della Commissione Grandi rischi. A sollecitare il Comune era stata nei giorni scorsi un'associazione che riunisce alcuni familiari di vittime del sisma.
"Lo faremo, saremo tra le parti civili in quanto la giunta comunale lo ha deciso", così il sindaco Massimo Cialente ieri sera a margine del Consiglio comunale.
"È molto importante fare chiarezza anche se sono ancora del parere che in questo paese sia necessaria una maggiore prevenzione, cosa che invece non si fa nonostante tutto quello che è successo. Non ci sono soldi nella Finanziaria per la prevenzione mentre si continuano a dare finanziamenti per il ponte sullo Stretto di Messina. Una situazione paradossale" aggiunge il sindaco.
"Abbiamo già chiesto al tribunale e mi auguro che anche l’attuale presidenza della Provincia voglia fare la stessa cosa. Anzi, glielo chiedo pubblicamente: è un atto importante, dovuto" dice l'assessore Stefania Pezzopane. "Il Comune - aggiunge - aveva già deciso di aderire, nei mesi scorsi, con una nota che era stata inviata al tribunale nella quale avevamo manifestato la nostra volontà in questa direzione. Adesso occorre passare a una costituzione di tipo formale".
Devono invece ancora rispondere all'appello dei familiari delle vittime il commissario del governo per la ricostruzione Gianni Chiodi ed il presidente dell’amministrazione provinciale Antonio Del Corvo.

Nei giorni scorsi, intanto, il personale della Forestale ha chiuso le indagini sul crollo dell’edificio di via Poggio Santa Maria, quartiere Villa Gioia, dove si registrarono 15 morti.
A sei persone viene contestato il reato di omicidio colposo, ma di queste - come accaduto per altri filoni della maxi inchista sui crolli - soltanto uno è ancora vivente: si tratta di Luigi Marrone di 94 anni di Scoppito, all’epoca dei fatti committente e intestatario della concessione edilizia dell’edificio.
A rivelarlo è, sul Messaggero di oggi, Marcello Ianni.
Gli altri indagati, nel frattempo deceduti, sono: Salvatore Cimino, Paolo Cimino, Domenico Colarossi, Orlando De Rosa e Mario Marrone, a vario titolo progettisti, costruttori, dipendenti del Genio Civile, collaudatori.
Nell'edificio crollato sono morte anche le due sue sorelle di Luigi Marrone: Lina Lorena Marrone e Gilda Marrone.
Secondo i consulenti della Procura della Repubblica e gli investigatori del Corpo Forestale dello Stato, l’edificio sarebbe stato realizzato in difformità con le autorizzazioni concesse.
Difformità anche sulla realizzazione di una scala interna e la presenza di corpi aggiuntivi non previsti nel progetto iniziale.


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