La città figura tra le prime dieci per qualità della vita infantile, ma la realtà delle scuole post-sisma racconta una storia ben diversa e più preoccupante.
Secondo l’ultima rilevazione de Il Sole 24 Ore, L’Aquila occupa il 9° posto nazionale per la qualità della vita dei bambini nella fascia 0-14 anni. Un dato che, preso isolatamente, sembrerebbe segnalare un’eccellenza nei servizi per l’infanzia, ma che invece merita una lettura più attenta alla luce della realtà scolastica della città, ancora profondamente segnata dal terremoto del 6 aprile 2009.
Il report valuta positivamente elementi come la presenza di aree verdi, la disponibilità di palestre all’interno degli istituti e il numero di scuole per abitante, tutti parametri che nel contesto aquilano assumono un significato ambivalente. Infatti, molte delle strutture che oggi permettono a L’Aquila di scalare la classifica sono i cosiddetti MUSP – Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio – installati subito dopo il sisma come soluzione temporanea e ancora oggi, a oltre 16 anni di distanza, rimasti in uso.
Questi moduli, progettati per durare pochi anni, rappresentano oggi la spina dorsale del sistema scolastico cittadino. Sebbene vengano conteggiati tra gli edifici scolastici dalla rilevazione statistica, la loro condizione strutturale è spesso precaria, con criticità legate alla manutenzione, all’isolamento termico e alla sicurezza nel lungo termine. Inoltre, il fatto che molti siano stati realizzati in zone periferiche o ex aree verdi (rese disponibili dal sisma) influisce sul punteggio attribuito alla città per la “presenza di spazi verdi”, senza però riflettere la reale fruibilità urbana e sociale di questi spazi.
Stesso discorso per le palestre: inserite nei progetti post-sisma come elemento essenziale per l’agibilità provvisoria delle strutture scolastiche, vengono oggi valutate come valore aggiunto, sebbene non sempre siano realmente funzionali o pienamente accessibili.
La classifica, dunque, restituisce un’immagine positiva ma parziale, perché non tiene conto della fragilità sistemica del comparto educativo aquilano: una città dove la ricostruzione degli edifici scolastici definitivi è rimasta in larga parte incompiuta, e dove generazioni di studenti hanno frequentato la scuola in strutture pensate per emergenze, non per il lungo termine.
Classifica delle Province Abruzzesi per Fasce d’Età
Provincia | Bambini (0-14 anni) | Giovani (18-35 anni) | Anziani (65+ anni) |
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L’Aquila | 9° | 46° | 53° |
Chieti | 48° | 53° | 54° |
Pescara | 76° | 70° | 57° |
Teramo | 84° | 42° | 94° |
Alla luce di questi elementi, la performance di L’Aquila nella classifica del Sole 24 Ore appare più statistica che sostanziale. Un punteggio costruito su parametri che premiano quantità, ma non qualità e sostenibilità nel tempo. In una città ancora priva di un sistema scolastico ricostruito e stabile, parlare di “eccellenza per i bambini” rischia di essere fuorviante, se non addirittura ingannevole