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L’AQUILA – Vittoria e vacanze, L’Aquila di meglio non poteva trovare sotto l’ albero. Giusto il tempo di godersi la doppietta del giovane Agnello, che già si parla di panettoni e mercato. Potrebbe saltare la trattativa con il Grottaglie per il terzino sinistro ‘91 Giovanni Pinto, oggetto di una estenuante asta al rialzo da parte del presidente del club pugliese, che vorrebbe monetizzare al massimo il suo gioiellino. Per questo il direttore tecnico Gianni Califano sta prendendo informazioni su Nicholas Allievi, difensore classe ’92 del Feralpisalò. Prodotto del fertile vivaio dell’ Albinoleffe, essendo mancino Allievi è un difensore adattabile sulla fascia, dove occorre una pedina giovane e all’ altezza. Nel frattempo L’Aquila si coccola i propri di giovani, ieri ancora più in luce nella vetrina rossoblù. Tra i pali, in uscita, nell’ alleggerire il pressing avversario, Andrea Testa ormai è sempre più una solida certezza di questa squadra. Almeno due le parate fondamentali contro il Fano, di quelle che valgono punti come e più dei gol di un attaccante. Prima sullo 0 a 0 neutralizzando Marolda, poi sul 2 a 1 negando il pareggio a Morante lanciato a rete. E poi quel Ciccio Agnello tanto pacifico nel cognome, quanto leone in campo e indomito nelle motivazioni. Una delle note più liete di questo girone d’andata appena concluso.
Agnello, soddisfatto della doppietta col Fano?
Arrivare alle vacanze così non ha prezzo, soprattutto in termini di serenità. Ora potremo dedicarci con tranquillità al Campobasso.
Domenica un’ apparizione fugace in sala stampa, poi via di corsa per salire in tempo sull’ aereo che lo riportava a casa.
A Palermo mi aspettavano i miei. Avevano seguito su internet la diretta radio, ma mi hanno riferito che il cronista non è stato troppo contento dei miei gol. E sapete perché? (ride ndc) Era di Fano.
Prima di tutto un diciannovenne senza troppi grilli per la testa, di quelli che nel calcio di oggi se ne trovano con il contagocce.
Non spetta a me dirlo (si schernisce ndc), quello che posso dire è che i compagni scherzando mi dicono che sono il classico siciliano, di poche parole.
Uno di quelli che da grande vuole fare il calciatore.
Credo sia il sogno di ogni ragazzo. Mamma mi ricorda sempre che prima di camminare già tiravo calci al pallone.
Obiettivi personali?
Spero di arrivare al calcio che conta, ma per l’ anno prossimo io mi accontenterei di giocare in Prima Divisione con L’Aquila.
Calcisticamente, ci racconti la sua storia.
Sono cresciuto nella squadra della mia città, nel Mazara. Fino al primo anno degli Allievi. Poi ho fatto una stage per l’ Udinese, il direttore Andrea Carnevale mi ha notato e sono stato tesserato.
Per un paio d’ anni ha respirato l’ aria del grande calcio.
Mister Rossitto stravedeva per me. Dagli allievi mi portò in pianta stabile in Primavera, dove ho giocato per un anno pur essendo anagraficamente tra i più piccoli.
Poi cosa è successo?
E’ successo che l’ Udinese ha adottato una politica particolare, simile a quella del Barcellona. Hanno deciso di tenere solo giocatori friulani o delle regioni limitrofe, svincolando tutti gli altri. Hanno tenuto solo Battocchio, un autentico talento argentino che ha esordito in Coppa Europa. E che comunque ha come origini il nonno di Treviso.
E tutti gli altri ragazzi?
Svincolati. Anche se a tanti hanno trovato collocazione in squadre di serie D o di Lega Pro limitrofe. Alcuni ragazzi della Primavera avevano già contratti importanti, da un giorno all’ altro si sono ritrovati fuori.
E lei?
Mi avevano proposto una serie D friulana, ma a quel punto ho preferito avvicinarmi a casa e formarmi in gironi di serie D più tosti. E così sono tornato al Mazara.
Stagione conclusa con una retrocessione, ma che comunque le ha permesso di mettersi in mostra. Come è arrivato a L’Aquila?
Non ne so molto, io penso a giocare. Al resto ci hanno pensato il mio procuratore con Ercole Di Nicola. Ma credo mi abbia notato il direttore Califano, che all’ epoca era al Sapri.
Come si trova?
Benissimo. La città è tranquilla, nonostante sia ancora evidente la ferita del terremoto, il gruppo è fantastico. I più esperti ci danno sempre una mano e trasmettono tranquillità. Noi giovani stiamo apprendendo parecchio da loro.
Ha iniziato fortissimo, poi la fastidiosa emicrania che l’ha relegata in panchina per un po’.
Ora sto meglio. Da un paio di settimane l’osteopata mi ha dato un bite mandibolare da portare nel sonno. Forse si trattava di un’ infiammazione cervicale che dipendeva dalla postura della mandibola. Comunque non posso lamentarmi. Stringendo i denti in quel periodo, ho collezionato venti presenze su venti.
Domenica al primo gol la corsa sotto la curva.
Avevo già segnato con il Chieti, ma i tifosi avevano disertato lo stadio. Questa volta è stato più bello. Giocare per qualcuno ti da una forza incredibile. E poi i nostri hanno cantato per novanta minuti sfidando quel freddo. Il gol è anche per loro.
Al secondo, invece, l’ abbraccio con il conterraneo Beppe Giglio.
Spesso viaggiamo insieme. Adesso vive a Giulianova, ma lui è di Salemi, a 30 chilometri da casa mia. E poi se ho un problema ne parlo sempre con lui, è come un fratello maggiore per me.
Si parla di mercato. Agnello come migliorerebbe questa squadra?
Sinceramente credo che questo sia già un grande gruppo. Forse manca un fuoriquota per rimpiazzare Stefano Blaiotta. E comunque secondo me sarà Giglio il nostro miglior acquisto di gennaio.
Alessandro Fallocco