L'Aquila, nessun frutto dalla rivoluzione tattica. Ed ora?

28 Settembre 2014   09:00  

Appuntamento con la prima vittoria in campionato ancora una volta rimandato in casa L'Aquila, fermata sull'1-1 dal San Marino, un risultato che inevitabilmente comporterà qualche riflessione in casa aquilana.

Anzitutto, perché questa pareggite ormai cronica allontana sempre più i rossoblù dalle zone alte della classifica, l'obiettivo minimo in avvio di stagione, e di conseguenza rischia di ridimensionare pesantemente le ambizioni della squadra, che a medio-lungo termine potrebbe risentire sotto il profilo psicologico qualora non iniziassero a giungere risultati più soddisfacenti.

Giovanni Pagliari le sta tentando tutte per risollevare la truppa, ma nemmeno la sua scelta di proporre un inedito 3-5-2 ha sortito gli effetti sperati: anzi, l'inabitudine ad adoperare tale sistema di gioco ha se possibile reso ancor più compassate ed incerte le manovre dei rossoblù, che hanno confermato limiti evidenti soprattutto in fase d'attacco. Non è un caso, del resto, se la rete del pareggio è stata segnata sugli sviluppi di un corner, per di più da Giordano Maccarone, di ruolo difensore e non centravanti.

A ciò, va ad aggiungersi l'aggravante di aver avuto di fronte un avversario, il San Marino, tutt'altro che trascendentale, che ha impostato e disputato la gara in maniera speculare, cui il pareggio può sicuramente andar meglio che all'Aquila.

Man mano che passano le giornate, inoltre, la posizione di Pagliari appare meno solida: non pare che, al momento, il rischio sia troppo elevato, ma a questo punto rischia di diventare ancor più importante il derby con Teramo che si giocherà tra una settimana al "Bonolis".

Lorenzo Ciccarelli


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