L'Aquila, non si vede luce sul centro di ricerca dell'Eni

Più che deluso o arrabbiato sembra attonito il rettore dell'Università dell'Aquila Di Orio, all'indomani di un disarmante dibattito in Consiglio comunale.
Tutto ruota attorno al progetto di un centro di ricerca che l'Eni dovrebbe realizzare a proprie spese in località Casale Calore nei pressi di Preturo, periferia ovest del capoluogo. Si tratta di una struttura di poco più di 4mila metri quadri che dovrebbe sorgere su un terreno agricolo di proprietà dell'Ateneo di un paio di ettari.
È solo uno dei punti del progetto “Un ponte per l'innovazione”, il programma messo in campo dall'Ente nazionale degli idrocarburi all'indomani del sei aprile 2009 per contribuire alla ripresa e al rilancio delle attività dell'Ateneo.
Un impegno, previste anche 50 borse di studio rivolte ad altrettanti dottorandi e ricercatori universitari, che risale all'8 maggio 2009, data della sottoscrizione del protocollo d'intesa fra Ministero dell'Istruzione, Eni e Università, e che oggi rischia di arenarsi.
Lo scoglio sembra essere rappresentato dall'inerzia del Comune, che a più di un anno e mezzo di distanza, ancora non provvede ad approvare il cambio di destinazione d'uso dei terreni dove dovrebbe sorgere il centro ricerche.
Una variante urbanistica approdata, inutilmente, ieri all'esame dell'Assise civica, scioltasi per mancanza di numero legale prima della discussione.
Così, Di Orio oggi va giù duro: “Non possiamo pensare di diventare polo di eccellenza nel campo della ricerca scientifica – dice – se ci opponiamo a un progetto simile”, ribadendo l'importanza, per una città che fa fatica a riprendersi e per un Ateneo costretto ancora a fare i conti con la cronica mancanza di posti letto per gli studenti, della realizzazione di un centro di ricerca di cui l'Eni si farebbe carico ma al quale, ha laconicamente concluso Di Orio, sta ora seriamente pensando di desistere.

servizio Marco Signori
riprese Diego Lepiscopo
montaggio Alessandro Di Giacomantonio