L'Aquila, parla Di Nicola sull' affaire Zenuni. "Grosso equivoco, L'Aquila non rischia nulla"

"Vicenda spinosa, ma non ho truffato nessuno"

28 Ottobre 2013   21:26  

E’ deflagrata in silenzio. La novità del rinvio a giudizio di Ercole Di Nicola nella vicenda di Ruis Zenuni, come abbiamo avuto già modo di riportare, è ormai di dominio pubblico. E questo nonostante la notizia non sia rimbalzata praticamente su nessuna testata e nulla sia stato scritto sulla faccenda sul sito ufficiale del club del complesso Panorama.

Pochi o nulla pure i commenti sui social network dove è solita riunirsi la comunità rossoblù. Ma la notizia, che è stata accolta con enorme stupore, ha creato grossa apprensione tra i tifosi. Che dalla mattinata di oggi hanno iniziato il solito tam tam sui cellulari. Il dubbio, o meglio la domanda più ricorrente, è se da tutta questa faccenda possa rischiare qualcosa L’Aquila.

Abruzzo24ore.tv l’ ha chiesto al diretto interessato.

“Nella maniera più assoluta, L’Aquila non rischia nulla – ripete più volte a scanso di equivoci Ercole Di Nicola - Né a livello sportivo né sul piano della giustizia ordinaria. E’ totalmente estranea.” 

Di Nicola, partiamo da un fatto: rinvio a giudizio per truffa. Cos’ è questa storia?

E’ tutto un grosso equivoco, ma sono fiducioso che tutto si risolva nelle sedi competenti. Comunque, ribadisco, riguarda una sfera personale e non oggettiva perché il tesseramento di Zenuni non si è mai perfezionato, non è mai stato un giocatore dell’ Aquila calcio. Quindi non può configurarsi nessun illecito sportivo. 

Se tutto fosse un equivoco, non crede si sarebbe potuto chiarire prima del rinvio a giudizio?

La faccenda è spinosa, non lo nego. Ma io non ho truffato nessuno. Se avessi voluto farlo, la dazione sarebbe stata in contanti e non in assegni post datati. Tutto nasce dall’ equivoco sulla nazionalità del ragazzo. 

Ci racconta la sua verità?

Ci riferiamo al 2011. Ad Amandola arrivò questo ragazzo che non era all’ altezza della categoria. E a chi me lo aveva segnalato dissi che non potevamo mantenere un giocatore del genere. Dunque la famiglia, pur di dare un chance al ragazzo, si accollò i relativi costi. 

Ma?

A novembre interviene la Lega e ci dice che il ragazzo non poteva essere tesserato in quanto extra comunitario. Chiamo la famiglia e offro la restituzione delle somme, tranne i costi sostenuti per il mantenimento del ragazzo per quei 4 mesi. Per tutta risposta ricevo una richiesta di danni per migliaia di euro. A quel punto ho preferito che tutto finisse in mano agli avvocati.

E i famosi 28 mila euro a cui fa riferimento la Procura?

Non posso aggiungere molto in merito, dico solo che non ho incassato io gli assegni.

Ne uscirà pulito?

Dal punto di vista morale sicuramente, dal punto di vista della giustizia si vedrà in tribunale.

Tempi?

Sinceramente non ne ho idea, se ne sta occupando il mio avvocato (Libera D’Amelio, moglie di Girolamo D’Alessandro, ex di Giulianova e Catanzaro, ora all’ Ancona). Però mi lasci dire una cosa.

Prego.

Saranno mesi che si sono concluse le indagini, mi sembra strano che tutto esca in un momento simile, con L’Aquila in cima alla classifica. Ma sono sicuro che la squadra non risentirà della cosa, perché di questa faccenda non c’ è nulla che possa inficiare l’ aspetto sportivo. Anzi, colgo l’ occasione per invitare tutto l’ ambiente a concentrarsi sulla Paganese. Mi aspetto un Fattori affollato.

Umanamente come si sente in questo momento?

Tutte le volte che ho agito con la testa, ho fatto bene. Nel momento in cui ho agito con il cuore, ecco i risultati. Invece nel calcio bisogna essere sempre freddi e non guardare in faccia nessuno. Questa sarà una grande lezione per il futuro.

Alessandro Fallocco

 


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