L'Aquila tra le città più penalizzate dal federalismo fiscale

-60% nel capoluogo

26 Dicembre 2010   16:51  

Le città più penalizzate sono L'Aquila e Napoli (-60%). Milano +34%, Parma +105%, ma Genova -22, Torino -9%

I capoluoghi di provincia perderanno oltre 445 milioni di euro in totale con il federalismo fiscale, ma con forti disparità tra Sud e Nord, con il primo penalizzato (Sardegna esclusa) e la regioni settentrionali che beneficeranno di nuove risorse, pur con qualche eccezione. E le città che vedranno la maggiore diminuzione di risorse saranno Napoli e L'Aquila.

DATI - Sono i dati che emergono da uno studio del Partito democratico realizzato dal senatore Marco Stradiotto sui dati della Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale (Copaff). La perdita di risorse per i servizi essenziali per i 92 capoluoghi di provincia presi in esame, nel passaggio dai trasferimenti statali all'autonomia impositiva prevista dalla riforma, è pari complessivamente a 445.455.041 euro. È il risultato del confronto tra i trasferimenti relativi al 2010 e il totale del gettito dalle imposte devolute in base al decreto attuativo sul fisco comunale (tassa di registro e tasse ipotecarie, l'Irpef sul reddito da fabbricati e il presunto introito che dovrebbe venire dalla cedolare secca sugli affitti). Dei Comuni presi in esame, 52 otterrebbero benefici mentre 40 ne verrebbero penalizzati.

L'AQUILA E NAPOLI - In particolare, il Comune dell'Aquila perderà 26.294.732 euro pari al 66% delle risorse, quello di Napoli non avrà 392.969.715 euro, pari al 61% dei trasferimenti. Napoli ora è il Comune che riceve i trasferimenti statali più alti: 668 euro per abitante di fronte a una media di 387. I cittadini aquilani dal 2014 pagheranno, infatti 188 euro di Imu (Imposta municipale unica), mentre attualmente per ognuno di loro vengono dati al Comune 548 euro. Tutto il Sud sarà penalizzato: Messina perderà il 59%, Potenza -56%, Palermo e Cosenza il 55%, Taranto il 50%, Roma il 10%.

CHI GUADAGNA - Il capoluogo di provincia che avrà più da guadagnarci è Olbia, pieno di seconde case abitate pochi mesi all'anno (spesso solo uno). Il Comune sardo vedrà i propri introiti balzare del 180%. Chi guadagna è complessivamente il Nord: Imperia (patria dell'ex ministro Scajola) segna +122%, Parma +105%, Padova +76%, Siena +68% e Treviso +58%. Milano avrà il 34% di risorse in più, Bologna il 40%, mentre tra i capoluoghi del Nord perderanno Torino (-9%) e Genova (-22%).

PEZZOPANE. L’AQUILA COME UNA CO.CO.CO

Stanno tentando di trasformare L’Aquila in una Co.co.co, in una città precaria.

Come i precari, aspettiamo la proroga, in attesa di un provvedimento a tempo indeterminato. Il governo sta cercando in tutti i modi di allentare la nostra capacità di reazione, trasformando una città orgogliosa e battagliera in una umile cortigiana, che di sei mesi in sei mesi deve elemosinare quello che le spetta di diritto.

Lo stesso trattamento di Umbria e Marche. Una promessa che il governo Berlusconi ha ripetuto più volte. L’ultima in una roboante conferenza stampa a Palazzo Chigi, dove si promise lo stesso trattamento fiscale di altre zone terremotate. Le parole, come al solito, se le porta il vento e nel decreto Milleproroghe L’Aquila cade nel dimenticatoio.

Il 23 dicembre, quando ormai la mobilitazione cittadina era partita e la rabbia degli aquilani stava per riesplodere è arrivata l’ennesima promessa di Babbo Natale. Proroga di sei mesi per le vecchie tasse. Per il momento sono solo parole, finché non sarà scritto tutto nero su bianco, la rabbia e la disillusione degli aquilani è più che comprensibile.

Il rischio più grave è quello di perdere pezzi importanti di questa città. Fuga dei cervelli, fuga dei capitali, fuga di attività commerciali ed economiche. E chissà se arriveranno mai le risorse della tanto attesa Zona Franca, di cui si continua a parlare. Mentre attendiamo i miracoli, tra una promessa e una proroga, i cittadini aquilani stanno pagando di tasca propria le spese dell’emergenza. A questo stillicidio si aggiunge la mannaia che si potrebbe abbattere sull’Aquila se passasse il federalismo fiscale. Siamo all’assurdo.

La città che ha più bisogno di aiuti sarebbe quella più penalizzata e potrebbe accadere che il capoluogo di regione si vedrebbe tagliato il gettito fiscale del 66%. Non abbiamo bisogno di elemosine, ma neanche meritiamo stangate di questo genere.

Siamo arrivati ad un bivio. Se il governo vuole imboccare la strada giusta, quella della ricostruzione, allora è necessaria una svolta. Basta con le promesse, basta con le elargizioni concesse dall’alto, come contentino in zona cesarini. Basta con le parole.

Ora si approvi la legge per la ricostruzione.

Stefania Pezzopane
Assessore alle Politiche Sociali ed Abitative Comune dell’Aquila


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