L'INNOVAZIONE Non è SEMPRE ORIGINALE. L'Incredibile LeviathanVerse di LeviathanLabs | lucadeejay

Quando e come è nata l’idea del Leviathan Verse?

È buffo perché l'idea di dare vita ad un universo narrativo nasce durante le lezioni che tenevo alla Scuola Internazionale di Comics agli studenti di sceneggiatura del secondo anno dove, al fine di lavorare sullo “svecchiamento” di alcuni personaggi, in modo che potessero perdurare per più generazioni, facevo scegliere loro da un database dei personaggi di Pubblico Dominio e glieli facevo rimodernizzare come meglio credevano e, su quello, dovevano strutturare una mini serie di 4 o 6 issues americani.

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Iron Ace è quello che più di tutti secondo me ha subito un bel cambiamento, ho voluto dare a questo tipo di storia un'impostazione simile a un racconto magico cavalleresco, citando proprio il ciclo arturiano e la sua mitoglia. Inserendo però il personaggio in un contesto isolato, ma durante i giorni nostri, creando due casate che si danno battaglia da quasi un secolo: Dandrenor (quelli che hanno ereditato l'armatura di Iron Ace) ed i Ravensberg (i cattivissimi nazisti, che vogliono risvegliare una bestia antichissima e portatrice di grandissime sventure).

L'armatura di Iron Ace è molto particolare, sceglie da sola il suo portatore e conserva una memoria collettiva di chi l'ha indossata precedentemente, condividendo questa conoscenza col portatore attuale. È un oggetto magico potentissimo che serve proprio a mantenere ordine e, in caso di suo risveglio a fermare la Bestia Errante che i Ravensberg vogliono risvegliare: Glatisant (bestia della mitologia arturiana nata dall'energia corrotta dell'incesto tra Artù e Morgana e portatrice di grande Caos). Purtroppo per noi, quando inizia la nostra serie, l'armatura sembra non voler scegliere nessuno e l'unico diretto erede è un ragazzino di nome Oliver che ha problemi di panico ed ansietà.

Black Bat è quello più simile all'originale, Niccolò credo abbia voluto dare un tono molto più noir e drammatico alla storia in uno stile più “Scorsesiano” direi, cercando di mostrare un tassello più suburbano e oscuro, percorrendo con Black Bat proprio quelli che sono i meandri delle metropoli, dove un vigilante può agire quasi più liberamente, tra tossici, piccoli boss criminali e super umani disgraziati.

Come dicevo ognuno dei personaggi mostra un tassello e le conseguenze di questo mondo distopico post guerra aliena governato dai super umani.

Savitch gioca molto sul suo potere e sull'aspetto investigavito, un po' alla Rorschach di Watchmen, è figlio dell'originale Baron Savitch, un ex super criminale, costruttore di robot, reduce della guerra aliena nella quale ha perso la vita, ma pricipalmente il corpo. Suo padre ha salvato il cervello e lo ha impiantato in uno dei migliori corpi cybernetici mai creati. Savitch non può commettere errori, e questo fa sì che sbagli continuamente ogni qualvolta deve essere più possibile “umano”. Grazie a questo potere Savitch diventa ispettore di polizia a Mosca dove, per il suo aspetto, sarà costretto a fronteggiare costantemente atti di emarginazione e “razzismo”.

È il primo che si accorge che qualcosa però non va in questi anni post guerra perché strani movimenti vengono fatti dalla lobby supereroistica per fini al momento ancora misteriosi, fini che stanno iniziando a portare l'umanità su un nuovo baratro di una nuova crisi.
Tra tutti i personaggi di pubblico dominio Savitch è il più vecchio, si risale a inizi '900 ed è il personaggio che più mi dava libertà in quanto ho trovato molto poco su di lui, per questo, al di là delle sue abilità e di alcune storie, mi sono preso grande libertà con lui... spero piaccia, perché io l'ho adorato.

Quante sono le squadre di autori attualmente al lavoro su queste storie?

Al momento, oltre le tre squadre su queste testate, composte da me: Massimo Rosi (su Iron Ace e Savitch), Giacomo Pilato e Mauro Gluma su Iron Ace; Daniel Gonzalez e Manuel Rodriguez su Savitch; abbiamo Niccolò Testi, Gabriele Schiavoni e Lorenzo Palombo su Black Bar.
Mentre nei work in progress avremo: Marco Cei e Andrea Arcari su Duke Of Darkness, Massimiliano Grotti su Moon Girl, Roberto di Leo su Black Venus e sempre il sottoscritto con Mauro Vargas per Hellraider.

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