L'Inter conquista l'Europa

Una storia da un miliardo di euro

24 Maggio 2010   19:13  

L'Inter è sul tetto d'Europa. E' stata una lunga e dura scalata, fatta di ostacoli e clamorosi scivoloni. La rincorsa alla coppa più prestigiosa del continente non è cominciata un anno fa e neanche due, se volessimo farla coincidere con l'arrivo di Mourinho.

Possiamo partire dalla stagione 1964-65, anno in cui la grande Inter di Helenio Herrera vinse la seconda coppa dei campioni consecutiva. Da quel momento è stato un coma profondo per 45 anni, interrotto dalla grande vittoria di sabato sera. Papà Moratti era alla guida di quella storica squadra che non aveva rivali in Europa.

Nei molti anni di buio che hanno contrassegnato la storia successiva della squadra milanese, la svolta sembrò arrivare nella stagione 1995-96, anno in cui Massimo Moratti prese la guida della società neroazzurra. Ventisette anni dopo, un Moratti tornava a dirigere le finanze della squadra. Massimo Moratti, figlio del più illustre Angelo, eredita dal padre due cose molto importanti: la SARAS, ditta che opera nel campo della raffinazione del petrolio e una smisurata passione per la squadra neroazzurra.

Da quella stagione in poi l'obiettivo dichiarato è riportare l'Inter ai massimi livelli del calcio nazionale e internazionale. Le premesse erano buone, ma i risultati non furono all'altezza delle aspettative. A fronte di cifre astronomiche spese da Massimo Moratti, la squadra stentava ad imporsi nel calcio che conta. Nei soli primi sette anni di presidenza la spesa del presidente ammontava intorno ai 500 milioni di euro, che vennero ripagati con una sola coppa uefa vinta nel 1997-98.

La storia della grande rincorsa di Massimo Moratti all'Europa è contrassegnata da spese folli e spesso non troppo oculate. La favola del figlio che cerca di superare o di eguagiiare il padre vede un susseguirsi di acquisti e cessioni senza precedenti.

Nel 2006, anno del primo scudetto vinto sul campo dell'era Moratti, undici anni dopo l'inizio dell'aventura del presidente, la cifra spesa è salita e tocca quasi i 750 milioni di euro, con una media di circa 60 milioni di euro annuali, per l'acquisto di 120 giocatori. Oltre i giocatori acquistati ex nove dal patron nerazzuro bisogna aggiungere gli altri già presenti e si raggiunge l'impressionante cifra di 186 giocatori segnati sul libro paga della società.

In questa ammucchiata di calciatori che vanno e tornano, bisogna ricordare come anche gli allenatori si sono susseguiti in numero ragguardevole. Sempre alla data del 2006, si erano sostituiti alla guida della panchina neroazzura 14 allenatori (una media di 1,16 allenatori a stagione). Basti ricordare la stagione 1998-99, quando ben quattro esoneri portarono altrettanti allenatori alla guida della squadra, portando nel'immaginario collettivo l'idea dell'Inter come la squadra più ingovernabile del mondo.

Lo stesso Moratti paga più di una volta di persona gli insuccessi della squadra, che lo portano alle due clamorose dimissioni del 1999 e del 2004. In quest'ultima occasione viene sostituito da Facchetti, per poi riprendere definitivamente il posto di presidente nel 2006 alla morte del dirigente.

Roberto Mancini rappresenta un elemento nuovo in questa storia rimanendo per ben 4 anni alla guida della panchina neroazzurra, record assoluto sotto la guida di Massimo Moratti. L'allenatore porta 3 scudetti nella bacheca della società (due vinti sul campo e uno assegnato a tavolino dopo lo scandalo calciopoli). Ma qualcosa ancora non quadra. Il presidente non cambia più così spesso l'allenatore ma continua comunque a spendere cifre esorbitanti per costruire la squadra e la champions league rimane ancora un miraggio.

Arriviamo al 2008. Il presidente esonera Mancini, nonostante fosse l'unico allenatore capace di vincere qualcosa sotto la sua guida e soprattutto nonostante ci sia un contratto che lo lega alla squadra per altri quattro anni. Come quindicesimo allenatore dell'era Moratti viene preso il più bravo di tutti. Mourinho arriva alla corte di Massimo il 2 giugno 2008. 8 milioni di euro di buonuscita per Mancini e 10 milioni di euro annuali per il portoghese, è il contratto più alto mai firmato da un allenatore.

La spesa continua a salire e tocca cifre da capogiro, si può tranquillamente parlare di circa un miliardo di euro, ma ormai è certo che la champions arriverà. Ma non è così.

Il primo anno Mourinho cade agli ottavi contro il Manchester, ma vince lo scudetto. Qualcuno comincia a chiedersi se davvero sia stato utile spendere tutti questi soldi per un allenatore che non vince più del precedente. Forse anche Moratti comincia a porsi la stessa domanda.

Arriviamo alla stagione 2009-2010. Un alltro fallimento sarebbe stato inaccettabile. Forse questa era l'ultima occasione per coronare il sogno di chi non vuole più vivere all'ombra del padre.

Non si poteva fallire e finalmente l'Inter non ha fallito. Ha vinto tutto quello che poteva vincere, compresa la tanto agognata champions league, è salita sul tetto d'Europa con la squadra più internazionale che ci sia al Mondo. Non un giocatore italiano ha giocato la finale di Madrid.

Dopo quattordici anni di presidenza il bambino che vive in Moratti ha definitivamente coronato il suo sogno. L'Inter è campione d'Europa, il presidente può finalmente dormire sonni tranquilli. Tutta l'Italia può festeggiare perchè grazie a questa vittoria conserviamo i quattro posti nella più importante coppa europea, ma qualcuno si è chiesto a che prezzo?


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