L'Italia, il Bel Paese dei truffatori e dei corrotti

La relazione della Corte dei Conti

22 Febbraio 2011   14:23  

I reati di corruzione sono aumentati di oltre il 30% nel 2010. I dati sono forniti dal procuratore generale della Corte dei Conti Mario Ristuccia, nella sua relazione alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario.

"In termini complessivi dall'Arma dei Carabinieri, dal Corpo della Guardia di Finanza e dal Corpo Forestale dello Stato - spiega - sono stati denunciati 237 casi di corruzione, 137 casi di concussione e 1090 di abuso d'ufficio, che rispetto a quelli denunciati nel 2009 indicano un incremento del 30,22% dei reati corruttivi, mentre si riscontra un decremento rispettivamente del 14,91% e del 4,89% per i reati concessivi e di abusi d'ufficio"

Corruzione e frode sono "patologie costituite da fenomeni delittuosi che continuano ad affliggere la pubblica amministrazione - aggiunge Ristuccia - Ai molti altri casi di inosservanza di legge e dei criteri di buona amministrazione per difetto dei livelli minimi di diligenza, che debbono governare l'impiego delle pubbliche risorse - spiega Ristuccia -, si aggiungono poi le patologie costituite da fenomeni delittuosi che continuano ad affliggere la pubblica amministrazione, quale la corruzione e la frode, soprattutto in materia di aiuti e contributi nazionali e dell'Unione europea.

I dati al riguardo - osserva il procuratore generale - non consentono ottimismi". La Corte dei Conti punta quindi il dito contro "una situazione di cattiva amministrazione che, nonostante i progressi pur conseguiti in termini di efficienza, continua a caratterizzare in negativo l'immagine complessiva dell'apparato amministrativo, generando nel comune sentire dei cittadini, soprattutto nei tempi presenti di diffusa difficolta' economica, una forte attesa di contrasto ad opera degli organi a tale compito preposti dall'ordinamento". Dal canto suo il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, fa notare nella sua relazione introduttiva come "la lotta alla corruzione debba fondarsi essenzialmente su quattro pilastri: l'etica, la trasparenza attraverso l'uso dell'Ict, la semplificazione e il controllo". 

 Nel settore pubblico, sottolinea ancora nella sua relazione Ristuccia, "continuano a sussistere elementi di criticita' e di malfunzionamento, che assumono particolare rilievo proprio dal punto di vista dell'esercizio della funzione giurisdizionale in materia di responsabilita' amministrativa". Secondo la magistratura contabile, "un primo profilo e' il progressivo mutamento delle regole dell'azione pubblica, da quelle dell'ordinamento contabile a quelle di diritto comune, sia per previsione legislativa di carattere generale, sia quale effetto dell'adozione di modelli privatistici per la struttura organizzativa dei soggetti pubblici, sia per la disposta non applicabilita' delle regole di diritto pubblico in ragione di situazioni di urgenza ed emergenza. Tale mutamento, in linea di principio fisiologico, in quanto da ascriversi all'obiettivo del conseguimento di migliori livelli di economicita', efficienza e tempestivita' dell'attivita' amministrativa - osserva la Corte dei Conti - non ha peraltro evitato il prodursi di anomalie e distorsioni, quali i casi di trasformazione delle privatizzazioni ed esternalizzazioni, da efficace strumento per lo svolgimento di servizi e addirittura funzioni pubbliche a mezzo di mera elusione delle regole della contabilita' pubblica o della gestione clientelare del potere politico-amministrativo; ovvero di trasformazione del regime di emergenza in sistema ordinario, con conseguente sostanziale riduzione delle garanzie di impiego delle pubbliche risorse".

Nel settore della sanita' "si intrecciano con sorprendente facilita' veri e propri episodi di malaffare con aspetti di cattive gestioni talvolta favorite dalle carenze del sistema dei controlli". Lo sottolinea il procuratore generale della Corte dei Conti, Mario Ristuccia, nella relazione alla cerimonia di inaugurazione dell'Anno Giudiziario. La magistratura contabile ricorda che "le tipologie piu' ricorrenti delle pronunce emesse dalle sezioni regionali nel 2010 hanno riguardato, sotto vari profili, la materia delle risorse umane (irregolari trattamenti economici al personale, illegittima attivita' privata dei medici), seguite da quelle relative a danni erariali da attivita' contrattuali e da quelle concernenti risarcimenti a terzi per errori sanitari (ad esempio in occasione di parti ed esami amnestici)".

Tra le altre tipologie la Corte segnala "danni al patrimonio (uso indebito di mobili e/o immobili), iperprescrizioni (in genere di farmaci), danni all'immagine e conferimenti irregolari di consulenze e incarichi".

I magistrati contabili ricordano infine che "si sono avuti anche casi di ritardati o mancati pagamenti, opere incompiute e altre fattispecie diverse" e che "alcuni danni erariali sono stati conseguenti a reati commessi (peculato, appropriazione indebita, abuso d'ufficio, truffa etc.)".
L'insieme delle pronunce, si legge ancora nella relazione di Ristuccia, "ha comportato condanne per un importo complessivo di quasi 60 milioni di euro per i giudizi di responsabilita', cui si aggiungono altre 200 mila euro circa per i giudizi di conto".

Altri consistenti importi attendono inoltre verifica in Campania e Abruzzo. Tra questi, secondo la magistratura contabile "di significativa rilevanza l'ipotesi di danno erariale contestato nel Lazio per frodi nella gestione di case di cura convenzionate per irregolari erogazioni di prestazioni riabilitative (quasi 130 milioni di euro) e quelli contestati in Sicilia per l'ingiustificata erogazione di somme a societa' (circa 31 milioni di euro) e per la costituzione di una societa' per azioni per l'affidamento del servizio di emergenza, il cosiddetto '118' (oltre 37 milioni di euro). Alcune di queste azioni di responsabilita' sono state affiancate da sequestri conservativi o da altre azioni a tutela del credito erariale".


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