L’Ordine dei giornalisti d´Abruzzo sui maxi-risarcimenti:

19 Luglio 2007   16:17  
Forte preoccupazione per la crescita allarmante delle cause civili a danno dei giornalisti. Timore che le maxi richieste risarcitorie si configurino come un tentativo, neppure troppo velato, di imbavagliare il lavoro dei cronisti. Sono alcuni passaggi del documento approvato questa mattina dal Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, riunito all’Aquila sotto la presidenza di Stefano Pallotta. "Il Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo – si legge nel testo - esprime la sua forte preoccupazione per la crescita allarmante delle cause civili danno dei giornalisti. Pur non volendo entrare nel merito dei singoli casi, differenti per la natura e l’entità del risarcimento (talvolta enormi) o per dimensione e rilevanza dei media coinvolti, il Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo non può tuttavia non sottolineare come la diffusione di queste richieste, avanzate spesso in assenza di un precedente pronunciamento da parte del giudice penale, e aldilà del diritto di ciascuno di tutelare il bene giuridico della propria onorabilità come meglio creda e nelle sedi che più ritenga opportune, rischino di configurarsi come impropri strumenti di pressione nei confronti dei giornalisti e del loro diritto-dovere di informare la pubblica opinione". Così, prosegue il documento, "le richieste risarcitorio in sede civile, non è un mistero, rappresentano un nervo scoperto del rapporto tra giornalisti ed editori: la loro definizione resta oggetto di un delicato punto della trattativa in corso tra giornalisti ed editori per il rinnovo del contratto. Il timore è dunque che le maxi richieste risarcitorie abbiano soprattutto lo scopo di condizionare i giornalisti coinvolti, di renderli ´inoffensivi´". "Il Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti – conclude la nota - ricorda come le norme in vigore nel nostro ordinamento (a cominciare dal dovere dei giornalisti di rettificare le notizie che si dovessero rivelare inesatte, e dalla funzione di vigilanza che lo stesso Ordine dei giornalisti svolge nei confronti di eventuali comportamenti deontologicamente scorretti, tra cui la violazione delle diverse carte deontologiche dei giornalisti italiani) già consentono di incanalare entro un orizzonte e un’ottica più sereni il rapporto tra la stampa e i lettori. Evitando di trasformare una dialettica sempre difficile in una società in cui il diritto di espressione è costituzionalmente garantito in una facile scorciatoia alla ricerca di risarcimenti".

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