L'appello dei volontari: una chiesa ad Arischia per Natale

30 Novembre 2009   12:50  

Riceviamo e pubblichiamo questo appello dei volontari della Protezione Civile “Don Nicola Canzona” di Castelpetroso.

 
'' Siamo un'Associazione di volontari della Protezione Civile “Don Nicola Canzona” di Castelpetroso e vi scriviamo perché vorremmo per Arischia, frazione dell’Aquila, una chiesa per Natale.

Conosciamo Arischia poiché nei giorni subito dopo il sisma abbiamo prestato servizio presso il campo base della Colonna Mobile della Protezione Civile della Regione Molise. Durante il periodo di permanenza ad Arischia abbiamo potuto vedere che non sono stati lasciati soli e che nonostante tutto quello che stava succedendo avevano una tenda, pasti caldi, e l’acqua calda per lavarsi, tutto questo in poco tempo e per più di 1000 persone.

Il 10 novembre, dopo 7 mesi, siamo tornati ad Arischia per portare il materiale per la scuola ( cancelleria, computer, giochi) comprato con i fondi della raccolta  “SOS Abruzzo”, effettuata ad aprile nel nostro paese, Castelpetroso.
Una volta salutati tutti con un arrivederci siamo andati al paese, nel cuore di Arischia, dove lo scenario non è cambiato, è lo stesso da mesi e il tempo sembra essersi fermato alle 3:32 del fatidico 6 aprile.

L’aria che si respira percorrendo quelle strade deserte, è un’aria pesante ma allo stesso tempo vuota ed assente; l’unica cosa che fa rumore nelle vie di Arischia è il silenzio.

Il paese è deserto, non solo per le case distrutte ma perché molti hanno deciso di andare via, forse per sempre, non solo per la paura, ma perché come testimonia una signora incontrata per caso durante la “passeggiata” nel paese, Arischia non è quasi mai stata menzionata e tuttora è quasi dimenticata.

Proprio la signora ci ha raccontato, tra le lacrime: “Questo era un paese pieno di gente, in questa strada c’erano tante famiglie, ora siamo rimaste in due e non so se mai il nostro paese tornerà come prima, con la sua gente, le sue case e la sua vita. Adesso invece sulle case ci sono solo E, che indicano la totale inagibilità degli edifici, e non riusciamo da 7 mesi ad avere una chiesa dove poter pregare e stare insieme!”

La signora continua il suo sfogo raccontandoci un po’ della sua vita, cercando di mandare indietro le lacrime, ma il dolore è troppo forte e spesso deve fermarsi perché la voce è rotta dall’emozione.

Noi attoniti davanti a questa storia, una delle tante, non abbiamo saputo dire altro se non: “Forza e coraggio, anche se sappiamo che non avendo vissuto quest’esperienza non possiamo capire!” la signora sorridendo risponde: “Coraggio! È una parola … io non ce l’ho!”. Salutiamo la signora con l’amaro in bocca, facendole i migliori auguri e un grosso in bocca al lupo.

Tornati alle macchine, abbiamo ripreso la strada verso casa, portandoci dietro gioie e amarezza, la gioia di vedere i bambini sorridere e di vedere che la vita comunque continua, anche se con fatica, e amarezza perché un paese come Arischia e i suoi abitanti, non possono essere dimenticati ed abbandonati. Il terremoto gli ha già tolto molto, anzi troppo … ora hanno il diritto di tornare a vivere!

Ora tocca anche a noi, nel nostro piccolo, e soprattutto a chi di dovere  restituire le case, la quotidianità, la scuola, la chiesa, e una vita il più normale possibile e in tempi brevi … hanno aspettato e sofferto troppo … Ora è il loro momento!

Questa lettera non vuole essere un attacco a nessuno, ma solo un modo per stimolare chi può aiutare Arischia e i suoi abitanti a tornare ad una vita normale il più presto possibile. Da quello che abbiamo visto e sentito ci sembra che Arischia sia rimasta indietro rispetto ad altre realtà.

Non sappiamo se ci sono degli impedimenti burocratici o se è già programmato tutto, all'insaputa  della popolazione di Arischia, ma non ci sembrava giusto restare in silenzio, senza fare nulla per persone che vivono quello che purtroppo potrebbe capitare a chiunque.

In conclusione vi chiediamo a nome di Arischia di trovare,  se possibile, un modulo in legno adibito a chiesa, in modo tale che l'operazione “Una chiesa ad Arischia per Natale 2009 “ si concretizzi, per poter  celebrare e festeggiare un Natale diverso, ma pur sempre Natale, insieme con le persone care con cui hanno vissuto e continuano a vivere,  gioie e dolori.

Ci sembra giusto che possano passare un Natale in compagnia nel loro paese e non nelle chiese e nei paesi fuori dalla loro comunità.
Sperando in una vostra attiva e tempestiva collaborazione per realizzare il sogno di costruire una chiesa ad Arischia per il prossimo Natale e grati per l'attenzione, porgiamo i nostri più cordiali saluti.

I Volontari della Protezione Civile Don Nicola Canzona



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