L'arte e la storia dell'Abruzzo

06 Agosto 2021   10:51  

L’arte e la storia dell’Abruzzo partono dal periodo italico romano fino all’architettura novecentesca. 

Per conoscere in modo approfondito la storia dell’arte e dell’Italia centrale, dobbiamo fare un riferimento d’obbligo al professore Vittorio Casale. Il professor Casale ha pubblicato diverse opere che parlano dell’arte e della storia di queste zone. 

Nel dettaglio ha pubblicato un approfondimento sulle maioliche del cinquecento presenti all’interno della chiesa di Collarmele, permettendo la loro ricollocazione all’interno del giusto contesto storico. 

Ha analizzato anche le opere artistiche di Pescocostanzo, in particolar modo si è concentrato sull’altare di Cosimo Fanzago, mostrando la consistenza e l’irradiazione di artigiani e artisti pescolani in regione. 

Il professor Casale ha richiamato anche l’attenzione sull’importanza degli stemmi, quali documento storico, ideando una ricerca dedicata al tema. Inoltre ha in corso al momento una ricerca sugli altari di pietra, stucco e legno della chiesa di San Francesco in Castelvecchio Subequo. 

Ma vediamo alcuni accenni alla storia e all’arte dell’Abruzzo nel corso del tempo. 

La ceramica abruzzese e le sue testimonianze archeologiche 

La storia della ceramica abruzzese vede le sue radici nel Neolitico. Questo è dimostrato dalle collezioni che sono ormai presenti nei principali musei abruzzesi, a L’Aquila, Chieti e Pescara. L’arte ceramica vera e propria però si sviluppò durante il XVI secolo. 

Prima di giungere però alle maioliche di Anversa, Castelli e Rapini, bisogna volgere lo sguardo anche alla produzione ceramista durante l’epoca romana e italica e in quella medievale. I ritrovamenti hanno permesso di accertare come la ceramica fosse utilizzata anche all’epoca. 

I maggiori centri di produzione ceramica furono dal XVI secolo in poi Atri e Castelli. Grazie alle cave d’argilla e ai corsi d’acqua del Gran Sasso fu possibile infatti garantire una produzione di ceramiche molto fiorente. 

I monaci benedettini di San Salvatore a Castelli avevano introdotto quest’arte anche nel secolo precedente, infatti, al XV secolo possono essere fatti risalire con certezza alcuni esemplari. Presto la comunità castellina venne poi coinvolta nella realizzazione di ceramiche e di forni per la loro cottura, diventando il principale sostegno del paese. 

 

Lo stile romanico in Abruzzo 

Lo stile romanico abruzzese si è diffuso tra l’XI e il XIV secolo. Lo stile è stato utilizzato per la ricostruzione e restauro di diversi complessi monastici come ad esempio: la Chiesa di San Paolo di Peltuinum, il Monastero di San Benedetto in Perillis, l’Abbazia di San Clemente a Causaria. Questi monasteri a causa di terremoti e delle invasioni saracene vennero ricostruiti in stile romanico con interventi di ripristino avvenuti nel corso del tempo. Nella zona aquilana ci sono gli esempi di romanico più importante nella Chiesa di Santa Maria di Bominaco, nell’abbazia di Santa Lucia a Rocca di Mezzo e alla chiesa di Santa Maria di Propezzano. 

 

Lo stile gotico abruzzese 

Lo stile gotico in Abruzzo si è manifestato nei primi del 1300, anche se ci sono alcune testimonianze che vogliono portare l’adozione di questo stile all’epoca di Carlo I D’Angiò quindi tra il 1268 e il 1269. Carlo I, infatti, fece erigere l’abbazia di Santa Maria della Vittoria e il Monastero della Chiesa di Sant’Agostino, e il convento degli Agostiniani che dal diciannovesimo secolo fino al 2009 è stato sede della Prefettura. A Sulmona, città cara a casa Svevia, Manfredi di Sicilia fece erigere un monumentale acquedotto in Piazza Maggiore, una delle opere nel campo dell’ingegneria idrica più interessante per il centro sud Italiano. 

 

Il Barocco e tardo barocco abruzzese 

Il barocco in Abruzzo iniziò a essere introdotto durante il XVII secolo principalmente a Teramo, L’Aquila, Vasto e Lanciano. Purtroppo di questo periodo non rimangono in piedi molte opere architettoniche. 

Il motivo è dato dal fatto che purtroppo i terremoti che hanno interessato queste zone e la distruzione di molti centri nel 1915 durante il terremoto di Avezzano non ha permesso di mantenere lo stile originale dei palazzi dell’epoca. 

Un altro fattore che ha portato a perdere parte della storia e dell’arte barocca abruzzese è data dal fatto che durante la ricostruzione gli impianti di diverse chiese vennero completamente rinnovati, facendo scomparire gli elementi barocchi. 

Questo ha riguardato molte chiese come quelle di Lanciano e Chieti che prima erano stato abbellite da aggiunte barocche durante il XVII secolo, ma che successivamente vennero ricostruite da zero. Dunque, l’unico esempio di architettura barocca in Abruzzo risalente alla metà del XVII secolo è rappresentato dalla Chiesa del Carmine e dal Palazzo Vescovile di Vasto commissionati da Don Diego D’Avalos. 

Eclettismo e neoclassicismo 

Il neoclassicismo arrivò in Abruzzo durante la seconda metà del XIX secolo. Questo stile può essere rintracciato principalmente come elemento per il completamento e la decorazione di quelle architetture religiose che avevano bisogno di un restauro consistente. 

Il neoclassicismo venne impiegato anche nell’edificare i palazzi di rappresentanza che erano presenti nelle città entrate a far parte nel Regno d’Italia. Nell’architettura civile, invece, furono pochi i casi di slancio artistico, a parte la costruzione nel 1888 del Palazzo Emiciclo sopra il convento di San Michele a L’Aquila. 

Il Palazzo, sede del Consiglio Regionale d’Abruzzo presenta due bracci colonnati che vanno a formare poi il piazzale centrale, esempio artistico d’ispirazione del colonnato realizzato dal Bernini in Piazza San Pietro in Vaticano. La facciata invece presenta ornamenti vegetali e floreali che iniziavano a strizzare l’occhio all’arrivo dell’eclettismo. 


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