L'informazione da caserma

05 Novembre 2009   17:01  

E' tornato il presidente. Fotografi e cameraman hanno seguito la sua giornata in caserma. I giornalisti sono dovuti restare, queste le disposizioni, in sala stampa, in attesa di ricevere e divulgare le veline ufficiali. Inutile del resto seguire i cameraman e fotografi, perché tanto non erano previste conferenze stampa e la possibilità di fare domande. Molto più costruttivo fumare sigarette, svaligiare la macchinetta del caffè e leggere distrattamente il giornale

Qualcuno in verità ha provato ad esercitare la sua professione. Ma è andata a finire male. Si legge infatti in una nota diramata a fine giornata dall'Associazione stampa parlamentare: ''protestiamo 'con forza contro l'inaccettabile comportamento tenuto oggi in Abruzzo dallo staff del presidente del Consiglio e, in particolare, dal responsabile della sua immagine. Alcuni colleghi al seguito del presidente del Consiglio sono stati spintonati e allontanati con la forza mentre cercavano di svolgere il loro lavoro. Con l'occasione, vogliamo ribadire che i giornalisti hanno il diritto-dovere di informare, in condizioni di autonomia e serenità. Ogni ostacolo posto all'esercizio quotidiano del diritto di cronaca va respinto fermamente e deve essere considerato come una lesione alla libertà di stampa. Invitiamo pertanto il presidente del Consiglio a intervenire per rimuovere gli ostacoli che impediscono ai giornalisti di svolgere il loro lavoro".

Mentre i giornalisti obtorto collo bivaccavano o litigavano, i cameraman e i fotografi sono stati prelevati dai molto militareschi addetti stampa presidenziali e della Protezione civile, sono stati guidati, indirizzati passo passo e con premura, talvolta redarguiti tra le vie della caserma e le location prescelte, una visita scandita dai '' Su, di qui'', ''Più dietro, grazie'', ''Uno alla volta, prego'', ''Ora basta, uscite'', ''Li non non si può stare, andatevene'' ''Muovetevi, per favore'', ''Ok da qui potete inquadrare''.

Le scene prescelte per essere immortalate sono state la firma del protocollo per il restauro delle Chiese, la stretta di mano con l'alto prelato, l'ingresso in sala mensa, il discorso ai militari con scrosciante applauso finale. Tutto ripreso da decine e decine di mute telecamere, grazie alle quali i cittadini telespettatori sono stati come sempre informati in modo obiettivo, indipendente ed esaudiente di ciò che accade a L'Aquila.

 


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