L'ultimo saluto al dottor Spaziani

Frosinone ha voluto rendergli omaggio

27 Agosto 2009   12:46  

Tutta la città di Frosinone si è voluta stringere intorno ai familiari e agli amici di Fabrizio Spaziani, il giovane medico in servizio presso il 118 di Pieve di Cadore, morto nel tragico incidente aereo dello scorso sabato in zona Rio Gere, a Cortina d'Ampezzo.

Era gremita, infatti, nel pomeriggio di ieri, la Cattedrale del capoluogo, dove il feretro del dott. Spaziani è giunto per l'estremo saluto alla sua città, dopo i funerali dello scorso martedì a Belluno.

C'erano, ovviamente, le autorità civili, militari e religiose dell'intera provincia; c'erano però, soprattutto, tantissimi cittadini comuni, molti dei quali non hanno avuto modo di conoscere ed apprezzare personalmente le doti umane e professionali del dottor Spaziani, ma hanno voluto ugualmente rendere omaggio all'uomo buono e coraggioso e all'eccellente anestesista che ha amato a tal punto la montagna e la sua missione di medico da mettere costantemente a rischio la propria vita per salvarne altre.

Una morte tragica, che ha lasciato sgomento e dolore nei familiari e in tutta la comunità locale, come ha sottolineato anche Don Antonino Bove, il padre spirituale del Cai, che ha celebrato le esequie.

"Un uomo d'azione, che amava le sfide, in particolar modo quelle difficili". Cosi' viene ricordato a L'Aquila Fabrizio Spaziani. A parlare di Spaziani e' Guido Quintino Liris, responsabile Funzione Sanita' del COM 4 e medico della Asl dell'Aquila, che ha conosciuto il collega di Pieve di Cadore dopo il terremoto del 6 aprile. Spaziani si e' "precipitato" in Abruzzo subito dopo il sisma, arrivando al COM 4 di Pianola per gestire la Funzione Sanita' (lo stesso ruolo che oggi ricopre Liris), e li' e' rimasto due settimane. "Si e' dato subito un gran da fare" - ricorda Liris - e ha vissuto quelle due settimane "con tale intensita' da sembrare mesi. Ha iniziato subito a tessere una rete di contatti con il personale sanitario presente nei campi. Abbiamo collaborato molto alacremente - dice ancora il medico aquilano - abbiamo fatto soccorsi insieme, abbiamo trovato anche il modo e la forza di ridere quando, allertati per soccorsi gravi, abbiamo constatato la mancanza d'urgenza. Mi ha fatto capire - prosegue Liris - quanto sia importante la competenza medica non solo per la fase diagnostica e terapeutica, ma per il ruolo di stabilizzatore sociale che un medico ha la possibilita' di svolgere in un contesto come quello di un campo di accoglienza". Ha mostrato "capacita' programmatica, perspicacia e acume" e oggi - conclude Liris - va ringraziato per quanto ha dato a L'Aquila.


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