Nuovi turni di 8 ore in tre fasce e crescono le preoccupazioni per i posti di lavoro. Urgente un confronto sui piani futuri dell’azienda.
Preoccupazione in aumento tra i sindacati per la situazione allo stabilimento LFoundry di Avezzano, specializzato nella produzione di memorie volatili e sensori d'immagine. Dal 1° ottobre, l’azienda ha ridotto i turni di lavoro, passando da 12 a 8 ore, con una riorganizzazione su tre fasce orarie per mantenere la produzione continua. Il tutto avviene mentre si avvicina la scadenza della commessa attuale, prevista per il 31 dicembre 2024.
La Cgil manifesta grande preoccupazione per il futuro dello stabilimento. "Avevamo concordato un vertice con la Regione Abruzzo per affrontare la questione, ma l'incontro è saltato a causa dell’indisponibilità dei vertici aziendali", afferma Elvira De Santis della Cgil. "È fondamentale ottenere garanzie e chiarimenti sui piani aziendali a partire dal 1° gennaio 2025, data in cui la commessa in essere giungerà al termine".
Nel corso degli ultimi dieci anni, lo stabilimento marsicano ha visto un drastico calo dei posti di lavoro, con una perdita di 400 lavoratori. Questa continua riduzione dell'occupazione alimenta le preoccupazioni non solo dei dipendenti attuali, ma anche dell'intera comunità locale, che da sempre ha un legame economico e sociale con la fabbrica.
La riduzione delle ore di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) da parte dell'azienda potrebbe essere interpretata come un segnale positivo, ma senza un piano chiaro per il futuro, i sindacati temono che le difficoltà potrebbero accentuarsi con l’arrivo del nuovo anno. La mancanza di informazioni su eventuali nuovi contratti o sulla diversificazione delle produzioni lascia molte incognite sul destino di LFoundry e dei suoi lavoratori.
L’urgenza di un dialogo tra azienda, sindacati e istituzioni regionali è ora più forte che mai. La Cgil chiede l’impegno della Regione Abruzzo per convocare un nuovo tavolo di confronto, auspicando la partecipazione dei vertici aziendali, così da delineare strategie che possano assicurare la continuità operativa dello stabilimento e tutelare l’occupazione.
La situazione resta dunque in bilico, mentre i lavoratori attendono risposte concrete che possano chiarire il loro futuro in una realtà produttiva che, negli ultimi anni, ha già subito profonde trasformazioni.