La Cgil: ''No ad Ombrina Mare e alle trivellazioni, ci solo altre vie per lo sviluppo''

28 Febbraio 2013   10:30  

Ombrina mare: si moltiplicano le prese di posizione critiche contro il futuro impianto estrazione pretrolifera davanti la costa dei Trabocchi. Dopo i vescovi  è la volta della Cgil. A seguire il comunicato stampa.

''I cittadini non possono e non vogliono più subire scelte compiute sulla propria vita e sulla propria testa.

Il caso dell’autorizzazione concessa dal Ministero per la trivellazione della costa abruzzese ad Ombrina Mare ne è tragica testimonianza.

L'opposizione dei cittadini, le delibere delle amministrazioni locali, le nette prese di posizione di tante associazioni non hanno ricevuto alcuna considerazione.

Gli argomenti che sostengono il rifiuto sono molti e hanno alla base l'idea, consolidata, che lo sviluppo si deve coniugare con la sostenibilità ambientale. Anche in Abruzzo, una regione che ha scelto di investire sui parchi e sul suo patrimonio ambientale.

La valorizzazione dei prodotti locali e del turismo ne sono dunque una conseguenza e una leva di crescita.

Da parte sua la Cgil ha cercato sempre di coniugare con questa idea di sviluppo anche le politiche industriali, spingendo per la qualificazione dell'apparato produttivo attraverso l'innovazione, la ricerca, le energie rinnovabili, la sostenibilità delle produzioni. Abbiamo lanciato pochi giorni fa la nostra idea di “Piano per il lavoro” e sono molti i lavori che si creano tutelando il patrimonio territoriale, architettonico e turistico, individuando in questi settori lo sviluppo del nostro Paese.

Un obiettivo concreto e praticabile, che si raggiunge salvaguardando l’integrità del territorio, la sua biodiversità, la sua attrattività. La Cgil Abruzzo, insieme a quelle di Puglia e Molise, è stata e resta contraria alla trivellazione nel mare Adriatico, di fronte al Parco della costa dei Trabocchi, e denuncia lo scempio ambientale ed economico che tale scelta comporterà per lo sviluppo futuro

La Cgil Abruzzo chiede al governo regionale di ascoltare la voce dei cittadini, di farla propria, assumendola nella programmazione, confermando e rafforzando la scelta compiuta alcuni anni fa e diventando “portavoce” istituzionale presso il governo nazionale delle ragioni scientifiche, sociali e culturali che sorreggono lo sviluppo sostenibile della nostra regione. 


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