La Coldiretti in piazza. Le ragioni della protesta

21 Luglio 2009   13:41  

Nel servizio intervista al presidente di Coldiretti Abruzzo Domenico Pasetti.

A seguire il comunicato stampa dell'associazione: 

''Oltre due milioni di quintali di latte sottoforma di formaggi o latte da bere vengono consumati mediamente ogni anno dalla popolazione abruzzese. Di questi due milioni, solo la metà proviene da trasformatori (caseifici o centrali) regionali e, di questa metà, oltre centocinquantamila quintali sono rappresentati da materie prime importate da Lituania, Polonia, Irlanda, Austria, Belgio, Olanda, Ungheria, Germania etc. Un dato, quest'ultimo, che potrebbe addirittura essere sottostimato qualora – situazione indubbiamente verosimile - le ditte di trasformazione dovessero acquistare materie prime o semilavorate da altre aziende nazionali a loro volta importatrici.

E' questa la realtà di cui, questa mattina, nella sede della Coldiretti Abruzzo in via Po a San Giovanni Teatino, si è parlato nella conferenza stampa sulle iniziative  regionali della Coldiretti a favore del latte italiano. Una mobilitazione per sensibilizzare sia le istituzioni sia i consumatori che, per mancanza di una legislazione trasparente, credono di mangiare un prodotto interamente abruzzese, o italiano.  
"Per far conoscere questa situazione la Coldiretti ha indetto una mobilitazione dal 21 al 23 luglio 2009" ha spiegato il direttore della Coldiretti Abruzzo Michele Errico "In tutta Italia si manifesterà per far conoscere la realtà e i problemi delle nostre stalle, in cui i prezzi risultano strutturalmente in contrazione e al di sotto dei costi di produzione, conseguenza della grande mancanza di trasparenza che confonde il prodotto italiano, rendendolo indistinguibile, dando spazio a importazioni indiscriminate dai Paesi esteri. La dimensione del fenomeno, in costante crescita, minaccia prima gli allevatori e poi i consumatori che dovrebbero conoscere l’identità di ciò che mangiano" aggiunge Errico "In Abruzzo, dove comunque la situazione è migliore rispetto a quella delle altre regioni, la percentuale di prodotto importato (che non compare sulle etichette) è salita ogni anno progressivamente: 6% nel 2006, 10% nel 2007 e 15% nel 2008".

La mobilitazione in Italia e in Abruzzo

Dal 21 al 23 luglio - mentre gli imprenditori agricoli di tutta Italia saranno al valico del Brennero, dove transita la maggior parte dei flussi delle importazioni dei prodotti lattiero-caseari - in Abruzzo saranno organizzate anche manifestazioni a carattere regionale. Più in dettaglio,  la mobilitazione si articolerà in tre giornate: il 21 luglio con il presidio del Consiglio regionale di L’Aquila di oltre 500 imprenditori agricoli e la consegna di un documento programmatico al presidente Gianni Chiodi e all’assessore all’agricoltura Mauro Febbo; il 22 luglio con la partecipazione al valico del Brennero di una delegazione di oltre 500 imprenditori agricoli provenienti dalle diverse province abruzzesi; il 23 luglio nel centro commerciale Megalò di Chieti e in alcuni punti della Gdo abruzzese con presidi tra Chieti e Pescara di oltre 1000 imprenditori e volantinaggio per sensibilizzare i consumatori.

 Le proposte


Per Coldiretti la soluzione alla crisi senza precedenti del settore lattiero caseario passa necessariamente per la costruzione di una filiera agricola tutta italiana, che si affianchi a quella tradizionale e che, pertanto, sia in grado di distinguere il prodotto nazionale da tutti quelli attualmente spacciati come tali, introducendo più trasparenza e più concorrenza sul mercato. "Per fare questo, però, è necessario porre fine una volta per tutte alle anomalie che oggi, in considerazione delle lacune che si riscontrano nella disciplina normativa del settore, rendono di fatto impossibile una leale concorrenza sul mercato" aggiunge Errico "Paghiamo così le conseguenze dell’assenza di regole che consentano la valorizzazione del prodotto proveniente dalle stalle italiane, rendendo confusa e indistinta l’origine del latte, la composizione del prodotto, la sua qualità e genuinità. Questo impedisce di fatto una scelta consapevole e sicura da parte dei consumatori, tant'è che Fedeconsumatori ci ha subito appoggiato nella mobilitazione". Al fine di superare tali anomalie, Coldiretti chiede principalmente di:

a.    Rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta dell’origine territoriale del latte a lunga conservazione e di quello impiegato per le produzioni casearie;
b.    Rendere obbligatoria l’indicazione nell’etichetta dei formaggi, come le mozzarelle, e dei latticini delle sostanze quali le cagliate prelavorate utilizzate come ingredienti nonché la loro origine territoriale;
c.     Vietare l’uso di caseine, caseinati e proteine concentrate del latte nella fabbricazione dei formaggi;
d.    Rendere pubblici i dati relativi alle importazioni di latte dall’estero, oggi non liberamente conoscibili da parte dei cittadini-consumatori;
e.    Creare le condizioni affinché si utilizzino prodotti locali da parte delle mense scolastiche, degli ospedali e, in generale, della ristorazione collettiva pubblica;
f.      Riconoscere il valore dei Mercati e dei punti di vendita diretta Campagna Amica quali elementi di concorrenza nelle modalità distributive, di trasparenza e convenienza per il consumatore, di contributo alla crescita delle economie locali e di sostenibilità ambientale.
g.      L’estensione del diritto allo “spazio scaffale” per i prodotti della filiera agricola tutta italiana, per valorizzare l’identità dei territori, i loro prodotti e l’intera economia dei distretti locali, attraverso una azione di forza nei confronti della grande distribuzione organizzata, pretendendo che siano valorizzati i prodotti locali come prerequisito imprescindibile per lo svolgimento della loro attività.

 


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