La Perdonanza e le assenza ingombranti

29 Agosto 2009   14:00  

Al vespro, sotto nuvole minacciose e un cielo che sembrava squarciarsi, il cardinale Tarcisio Bertone colpisce per tre volte la Porta Santa con un martelletto dorato, e le ante si aprono nel silenzio, illuminate dai flash dei fotografi, sulla ferita ancora aperta del terremoto del sei aprile, le macerie della basilica di Collemaggio, il tempio senza volte di Celestino V, il papa del gran rifiuto che si spogliò dell’anello, della mitra e del manto di porpora per tornare ad indossare il rozzo saio dell’eremita Pietro da Morrone.

Gli aquilani, i credenti, gli sfollati che hanno perso i loro cari di non illustre cognome, che hanno visto sbriciolare in pochi secondi i piccoli frutti dei sacrifici di una vita, hanno attraversato la porta santa, per ottenere l'indulgenza dai loro peccati, per trovare, oltre la soglie speranza la forza di rifarsi una una vita, di ricostruire bella com'era e dov'era, dentro l'inaccessibile zona rossa ancora invasa dalle macerie, la loro città.

 

Varcano la porta santa i politici, qualcuno di loro forse per farsi perdonare di aver sottovalutato il rischio dell'imminente catastrofe prima del sei aprile, e per aver dimenticato, nel corso degli anni, che la  sua terra è da sempre a fortissimo rischio sismico, su cui andava costruito e meglio e non ovunque.

''Perchè Dio ci ha abbandonato quella notte?' è questo il dubbio metafisico di tanti credenti aquilani. E il cardinale Bertone prova a rispondere durante la messa celebrata al parco della Transumanza con queste parole: 'Anche nelle prove più' dure l'uomo e' amato e non abbandonato da Dio''. E aggiunge: ''Occorre restare vigili e con il cuore aperto: è questa l'occasione di riscoprire cio'che e' essenziale nella nostra esistenza.

Ancor prima il corteo della Bolla, con in testa la dama della Bolla il Giovin signore e l'urna di San Pietro Celestino, anche lui sfollato dalla chiesa di Collemaggio. Un corteo più sobrio con meno figuranti, meno gente ai bordi delle strade, perchè tanti aquilani hanno seguito la Perdonanza in televisione nelle sala mensa delle tendopoli.

Qualche contestazione lungo il percorso del corteo da parte dei commercianti del centro storico, con i negozi inagibili e che non sanno dove poter riaprire la loro attività, condizione questa per non essere costretti ad emigrare, e dei comitati cittadini che hanno issato lo striscione con su scritto ''Il nuovo miracolo italiano: sei mesi nelle tende''. Applausi anche però al passaggio del sindaco Massimo Cialente e al sottosegretario Guido Bertolaso.

A scatenare le polemiche, nel giorno dedicato al raccoglimento spirituale e alla riconciliazione con se stessi ed il mondo, è però il Gran rifiuto del presidente del consiglio Silvio Berlusconi, che all'ultimo momento ha deciso di non prendere parte alle celebrazioni della Perdonanza.

 

Le agenzie di stampa sono invase da un diluvio di dichiarazioni dei politici, che litigano e badaluccano come pupi siciliani intorno all'editoriale di Feltri, alla moralità sessuale del direttore dell'avvenire Boggio, su polpettoni avvelenati e cene annullate, sul conflitto Arcore-Chiesa, sul problema dell'esserci o il non esserci.

 

Nel parco della Transumanza, il sottosegretario Letta tace. la Garfagna diligentemente glissa, Marini non si sbilancia. Il cardinal Bertone risponde a chi gli chiede lumi sul for fait del premier, con un ecumenico e velenoso: ''A me lo chiedete?''. L'onorevole Gasparri dedica al caso la sua dichiarazione quotidiana, invitando polemicamente a farla finita con le polemiche. Il ministro Rotondi da consumato cerchio-bottista afferma: ''L'assenza di Berlusconi è un segno di grande sensibilità e spirito cristiano''. Si suppone che, nel caso Berlusconi fosse arrivato, Rotondi avrebbe detto: ''La presenza di Berlusconi è un segno di grande sensibilità e spirito cristiano''.

 

I taccuini degli inviati, paradossalmente, sono riempiti da un'assenza.

Per gli aquilani raccolti in preghiera, nel giorno della festa più importante ed antica della loro città, questo stucchevole chiacchiericcio è stato solo un eco lontano e incomprensibile.

Filippo Tronca

 


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