La crisi politica non porta consiglio...

Seduta inutile a Palazzo dell'Emiciclo

31 Luglio 2008   18:45  

“Prendiamo atto che non ci sono i numeri, occorre un approfondimento giuridico da parte dell'ufficio legislativo e un chiarimento politico interno alla maggioranza. Chiediamo dunque un rinvio”.
I lavori pomeridiani del consiglio riprendono con l'intervento di Stefania Misticoni che segna il dietrofront da parte del Partito democratico che in aula e in conferenza dei capigruppo si era ritrovato da solo o quasi a difendere l'abrogazione della legge anti-sindaci.
L'opposizione con Nazario Pagano replica prontamente: “Questa legge non può essere abrogata ne oggi nè la prossima volta perchè il consiglio formalmente sciolto non né ha facoltà”.
A seguire un lungo dibattito, o forse uno stanco alternarsi di interventi in un piovoso pomeriggio d'estate. Di Stanislao dell'Italia dei valori ricorda che prima di andare al voto, di ben altro ci si dovrebbe occupare, Gianni Melilla di sinistra democratica chiede di decidere insieme una lista delle priorità, Mario Amicone dell'Udc chiede invece al presidente Roselli di sciogliere la seduta perchè, afferma, "si sta discutendo sul nulla".
Non la vede così un battagliero Camillo D'Alessandro del Pd l'abrogazione della legge anti-sindaci, spiega, è una scelta favore della società civile e contro l'auto-referenzialità della casta politica.
“Volete solo rimandare le elezioni” ribattono dai banchi dall'opposizione. La maggioranza respinge l'accusa, e a difendere a viso aperto la necessità di andare a votare a primavera, è il solo Walter Caporale dei Verdi perchè argomenta un voto in autunno significa far saltare il piano di sviluppo rurale e perdere milioni di euro a favore dei disabili.
L'opposizione e l'Italia dei valori chiedono a questo punto, con distinti proposte di iscrizione all'ordine del giorno, di fissare attraverso il voto del consiglio la data delle prossime elezioni al 30 novembre 2008. Richiesta però respinta: il presidente Marino Roselli dichiara infatti sciolta la seduta. E non si vota dunque nemmeno sul rinvio della discussione della legge anti-sindaci. “Per questo consiglio abbiamo speso 12mila euro” , commenta Bruno Di Paolo della Dc lasciando l'aula. Neanche tanto, rispetto alla montagna di debiti che grava sulla Regione Abruzzo.

FT


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