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Scrivere una poesia dopo Auschwitz è atto di barbarie", sentenziò il filosofo Theodor Adorno.
Scrive invece in una poesia Lisa, una giovane studentessa che ha visitato quello che fu il campo di concentramento di Dachau: "Ora so che dove io ho appena posato miei piedi, altri mille e mille li hanno posati, ma quanti quelli che vi sono morti? Ora so che quello che ho letto, è accaduto veramente". La giornata della memoria che dal 25 al 27 gennaio prossimi si celebrerà anche L'Aquila, ha proprio questo intento: nominare l'orrore, per mantenere vivo il ricordo delle vittime e dei carnefici, e far si che un orrore del genere non accada mai più. Shoa ma non solo, il campo concentramento nazista è la lugubre incarnazione di ferro e cemento della violenza e della follia sterminatrice allo stato più feroce e disumano, ma che nella storia si è riproposta e continua a riproporsi in altre forme. Questi gli appuntamenti principali: il 25 e 27 al Teatro san Filippo lo spettacolo teatrale "Storia di impicci e guai paradossali ovvero, Pulcinella e Pinocchio contro le leggi razziali" e nel pomeriggio del 27 presso l'Università della terza età il seminario le radici bio-politiche della modernità, con relatori i noti filosofi Rocco Ronchi e Massimo De Carolis.
Intervista al professor Umberto Dante