Trasferita in un’area recintata del Parco Nazionale d’Abruzzo, la lupa è in buone condizioni.
La giovane lupa, responsabile dell'aggressione avvenuta il 10 settembre a un bambino di dieci anni nel Parco delle Sabine di Roma, è stata trasferita in Abruzzo, all’interno di un’area recintata del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm). L'episodio, che aveva destato preoccupazione tra i residenti, ha visto l’intervento di una squadra specializzata nella telenarcosi, una tecnica di anestesia a distanza, per catturare in sicurezza l’animale e trasferirlo nella sua nuova destinazione.
Il Parco Nazionale si è offerto di accogliere la lupa e di garantirle un ambiente sicuro. L'operazione di trasferimento è stata eseguita con successo e, secondo le fonti del Pnalm, l'esemplare si trova ora in buone condizioni. "La giovane lupa è stata accolta nei nostri spazi e sta bene", ha dichiarato un portavoce del parco, confermando che l'animale ha risposto positivamente al rilascio nel nuovo habitat.
L'aggressione avvenuta a Roma aveva suscitato numerose discussioni sul destino dell'animale. Inizialmente, erano state sollevate preoccupazioni sulla possibilità di un abbattimento, ma la soluzione trovata con il trasferimento in Abruzzo ha permesso di tutelare la lupa, evitando conseguenze più gravi. Il Parco Nazionale d’Abruzzo si è dimostrato ancora una volta un punto di riferimento per la protezione della fauna selvatica, confermando il suo ruolo nella gestione e nel recupero di esemplari in difficoltà o a rischio.
Il trasferimento della lupa rappresenta un esempio significativo di come le autorità possano intervenire per garantire la sicurezza pubblica senza compromettere il benessere degli animali. Questo caso, infatti, ha visto la collaborazione tra diverse istituzioni e specialisti, i quali hanno lavorato per evitare ulteriori incidenti e trovare una soluzione che rispettasse sia le esigenze delle comunità locali sia quelle della fauna selvatica.
L’area del Parco Nazionale d’Abruzzo in cui è stata collocata la lupa è particolarmente adatta per ospitare predatori come lei, offrendo spazi ampi e condizioni ideali per il suo reinserimento. Tuttavia, l'animale rimarrà sotto stretta sorveglianza, dato l’episodio di aggressione precedente. Il parco ha già esperienza nella gestione di lupi e altri animali selvatici, grazie alla presenza di un ambiente naturale ricco e diversificato.
Questo episodio porta ancora una volta all'attenzione dell'opinione pubblica la necessità di una convivenza rispettosa tra l’uomo e la fauna selvatica, soprattutto nelle aree urbane o periurbane dove è possibile l’incontro tra le due realtà. La lupa trasferita in Abruzzo avrà ora la possibilità di vivere in un contesto più naturale, lontana dalle dinamiche cittadine che possono risultare pericolose per lei e per le persone.