La mozione Lombardi-Benedetti...solo chiacchiere e distintivo!

18 Gennaio 2011   17:00  

Solo chiacchiere e distintivo al Comune di L’Aquila..e la storia continua.

Ricordate la scena mitica del film Gli Intoccabili, dove un magistrale Robert De Niro nel ruolo di Al Capone apostrofava il poliziotto che lo arrestava: “Tu non sei niente, tu non vali niente, sei solo parole”. Chiacchiere e distintivo al comune di L’Aquila, la mozione Lombardi-Benedetti ne è la riprova!

Una mozione, bella, bipartisan, aquilana blablalla…ma inutile! Ha un valore estetico, in pratica vale niente.

E’ la politica degli ordini del giorno e dei tavoli concertati, quella tipo Stefania Pezzopane per capirci quando comandava in Provincia, quella della intese, degli intenti, di protocolli...del promettere senza fare, della non-responsabilità.

La mozione Lombardi-Benedetti pretende di rifare il centro “per deliberato” ( magari fosse !), ma ha il solo scopo di aizzare speranze popluste della serie “L’Aquila la rifanno gli aquilani”. Ma dde che?! Il comune non riesce a gestire l’ordinario, figuriamoci lo straordinario !

Ricordiamoci sempre ( memento!) la delibera rifiuti di Moroni, la vicenda mar, i puntellamenti, la mancata riorganizzazione degli uffici, il consorzio industriale che ancora non amplia le proprie aree, il Gran Sasso che non riesce a riaprire a Natale nonostante i 3 milioni di euro stanziati da Bertolaso…

La mozione Lombardi-Benedetti, rappresenta il “nulla estetico” imperante in questa Città. Niente contro i promotori, ci mancherebbe: è solo che in città la classe dirigente è ora che inizi a fare la classe dirigente. C’è bisogno di fare sistema con regione e governo, non di edificare miseri campanili, che poi ci franano addosso. Finchè continuiamo a pensare che il nostro “nemico” sta di volta in volta a Roma, a Teramo, a Pescara o ad Avezzano, non si fa molta strada.

Purtroppo tra un anno si vota…e non conteranno i programmi. La gente rivota per il consiglierucolo che ti fa il piacere…perché nelle emergenze ancor più tutti pensano “allo proprio particulare”, come ammoniva già nel secolo XVI Francesco Guicciardini. Amen.

Vincenzo Calvisi


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