La necropoli di Fossa

15 Marzo 2012   12:40  

Portata alla luce all'inizio degli anni Novanta ed oggetto di indagini archeologiche a partire dal 1992, la Necropoli di Fossa rappresenta una testimonianza unica e tra le meglio conservate dell'Abruzzo protostorico.

La visita al sito rappresenta una tappa molto interessante per gli appassionati di archeologia e non solo, alla scoperta di un passato lontano nel tempo, ma evidente e vicinissimo nello spazio, capace di raccontare la storia del territorio attraverso meravigliose testimonianze materiali.

L'abbondanza di sepolture, delle quali circa 500 sono state scavate nel corso delle indagini curate dalla Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo, si deve al lunghissimo arco cronologico, quasi un millennio, durante il quale la zona fu utilizzata come necropoli.
L'area destinata alle sepolture corrisponde all'attuale località Casale e si articola lungo le sponde del fiume Aterno.

Attraverso le campagne di scavo è stato possibile enucleare quattro fasi principali della vita del sito. Le sepolture più antiche (IX-VIII sec. a.C.) riferibili alla prima età del Ferro si caratterizzano per la spiccata monumentalità, evidente negli enormi tumuli, delimitati da circoli di pietre, di dimensioni variabili fra gli otto e i quindici metri di diametro, destinati agli individui adulti di entrambi i sessi.

Si diversificano le tombe maschili per le imponenti stele lapidee allineate, infisse verticalmente nel terreno e disposte ad altezza decrescente. Il significato di questi piccoli menhir resta al momento sconosciuto. Risultano particolarmente ricchi alcuni corredi che, accanto a forme ceramiche, comuni sia agli uomini che alle donne, si distinguono per i rasoi in bronzo rettangolari e per le armi in ferro (lance e spade) nel caso delle sepolture maschili e per i preziosi ornamenti in ferro, bronzo, ambra e pasta vitrea, delle tombe femminili. Scompaiono le stele monumentali nelle sepolture del periodo orientalizzante (VIII-VII sec. a.C.), con tumuli meno imponenti, che vengono realizzati sfruttando gli spazi liberi tra quelli preesistenti. Ancor più modeste risultano le tombe in età arcaica (VI sec. a.C.), divenute ormai semplici fosse scavate nel terreno e prive di tumulo.

Si giunge quindi all'ultima fase individuata della necropoli, collocabile tra il IV e il I secolo a.C. Se in un primo momento (prima fase ellenistica IV-III sec. a.C.), si realizzano esclusivamente semplici tombe a fossa contenenti un solo inumato, con corredi privi di armi, ma ricchi di vasellame fittile, spiedi e anelli in ferro, ornamenti in bronzo, ferro, ambra, osso e pasta vitrea, durante la tarda età ellenistica (II-I sec. a.C.) si riconosce una nuova tendenza alla monumentalità. Le tombe sono a camera, scavate nella pietra e sono destinate alla deposizione di più individui.

Di grande interesse i corredi che hanno restituito persino strumenti da gioco, quali pedine in pietra di diversi colori e dadi in osso. Tra le scoperte più note vi sono tuttavia i letti funerari realizzati in legno e cuoio, sui quali erano applicati caratteristici elementi in osso, con elaborate raffigurazioni zoomorfe e antropomorfe.


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