La pensione della signora Angela e quella dei politici...

08 Gennaio 2009   10:40  

A Castel di Sangro è partita una gara di solidarietà per Angela Scalzitti. Centinaia di cittadini e diverse associazioni si sono mobilitati per aiutare la signora di 58 anni che, da tempo malata di cancro e indigente , cerca di vivere in modo dignitoso e sereno la sua malattia ma con una pensione  di soli 250 euro non è cosa facile. La difficoltà di mantenersi e potersi curare aveva spinto la donna a chiedere l'eutanasia. "Se devo continuare a vivere in questo modo senza la possibilità di potermi curare, mi si dia la possibilità di avere una morte dignitosa. aveva dichiarato la signora Angela" . "Se in Italia non è possibile, lo Stato mi dia la possibilità di poterla avere in un altro Paese" 

LA ASL : NON SI PUO’ FARE NULLA 

La Asl però fa sapere che non si può fare nulla: "E’ stato stabilito che per la paziente la percentuale di invalidità è del 100%, ma quattro commissioni non l’hanno ritenuta idonea a ottenere ulteriori riconoscimenti. Per noi, così come stabilito dalla legge, la signora può solo richiedere un contributo sotto forma di rimborso per le trasferte all’ospedale di Pescara. Per noi la pratica è chiusa. La commissione ha stabilito che la donna non ha diritto all’indennità di accompagnamento. Per i ricorsi bisogna rivolgersi al giudice ordinario." Questo il laconico comunicato. 

LA POLITICA SI MOBILITA PER LA SIGNORA ANGELA 

Il Comune di Castel di Sangro, attraverso un contratto di solidarietà con la locale Comunità Montana ha provveduto a garantire alla donna un autista privato per accompagnarla in ospedale. Inoltre il Comune si è impegnato ad accollarsi le spese di giudizio,contro il provvedimento che rifiuta l'assegnazione dell'indennità di accompagnamento alla malata. Poi si è mossa anche la politica a livello regionale e nazionale. Prima di riportare i vari interventi,  può essere utile ricordare, per completezza di informazione,  le loro pensioni:

LE PENSIONI DEI CONSIGLIERI REGIONALI

Chi ha completato una legislatura, non è più consigliere regionale, e ha compiuto 60 anni, incassa dalla Regione un assegno mensile di 2.984 euro. Con due legislature si ha diritto a 4.476 euro mensili . Con tre legislature a 5.968 euro mensili. Oltre le tre legislature il compenso di 6.267 euro al mese. Ma in pensione si può andare anche prima rinunciando a qualcosa: chi non è più consigliere regionale in carica, già a 55 anni può percepire la somma di 2.269 euro mensili. E se non si è riusciti a completare la fatidica legislatura? Niente paura: si può acquisire il diritto al vitalizio versando una integrazione per i mesi necessari a coprire i 55 anni. Le somme mensili da sborsare sono 1.114 euro per il vitalizio e 278 euro per avere diritto alla reversibilità. Un affarone.   

LE PENSIONI DEI PARLAMENTARI

Per i parlamentari è poi uno scialo. Un cittadino per godere della pensione di anzianità deve avere 57 anni, 60 dal 2008, e aver versato contributi per 35. Troppi per deputati e senatori che hanno abbassato il limite contributivo a una legislatura: 5 anni.
Il diritto alla pensione è fissato al sessantacinquesimo anno di età, tale limite si abbassa di un anno per ogni ulteriore anno di mandato oltre i cinque. Sino a raggiungere il traguardo dei 60 anni.
  Inoltre i parlamentari, per evitare i rischi dell’instabilità politica, con il rischio di chiusura anticipata delle Camere, hanno deciso che sono sufficienti, per aver diritto al vitalizio, due anni e sei mesi. Basta, poi, pagare contributi volontari per i due anni e mezzo mancanti, ma con calma. Onorevoli e senatori possono saldare il debito a fine mandato e in 60 comode rate. 

 

Per 5 anni di mandato si ha diritto al 25% dell’indennità, 12.434 euro: 3.109 euro al mese.

Per 10 anni di mandato si ha diritto al 38%: 4.725 euro al mese

Per 20 anni di mandato al 68%: 8.455 euro al mese

Per  30 anni  di mandato si ha diritto a un vitalizio pari all’80% dell’indennità, 9.947 euro al mese.  

Il sistema delle pensioni parlamentari costa parecchio alle tasche dei contribuenti. Nel 2006 a Montecitorio sono costate 127 milioni di euro, contro 9 milioni 400 mila di contributi versati dai deputati in carica.

Situazione simile al Senato dove ogni anno sono spesi per le pensioni quasi 60 milioni di euro a fronte dei 4 milioni 800 mila di entrate contributive. Con il risultato che le casse parlamentari hanno chiuso il 2006 con un buco di ben 174 milioni di euro. La loro pensione come giusto che sia può essere anche trasmessa ai familiari. Sono oltre mille i vitalizi di reversibilita' pagati ai familiari dei parlamentari scomparsi.

 

 PREMESSO CIO' ANDIAMO AVANTI...  

Il presidente Gianni Chiodi   ha dichiarato che garantira' "massima attenzione" e suo "impegno diretto ad approfondire la situazione per cercare la migliore soluzione possibile" in relazione alla vicenda. 

 Anche Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, è intervenuta sul caso della donna di Castel di Sangro. "L'Asl locale le ha negato l'indennità di accompagnamento per coprire giornalmente i 270 chilometri che la separano dall'ospedale di Pescara dove deve fare la chemioterapia. Ha promesso di studiare il caso. 

Buon ultimo l'onorevole Maurizio Scelli, ex commissario straordinario della Croce Rossa, si è recato oggi pomeriggio  a far visita alla signora Scalzitti. Anche lui per studiare il caso, per capire. Per far sentire le istutzioni vicine alla povera signora. 

MA COSA C'E' DA CAPIRE? 

Questa amara verità, tanto per cominciare : sono migliaia i pensionati, anche non invalidi, che in Abruzzo, come in Italia, sono ridotti alla fame, dopo una vita  di sacrifici e prestazioni lavorative non accompagnate dal versamento di contributi. Vivono il destino che sarà identico, detto per inciso, a quello che aspetta milioni di lavoratori precari che non hanno modo di versarsi i contributi. E' la bomba sociale ad orologeria innescata dalla legge 30.

Le figure dei  “parasubordinati” sono caratterizzate infatti da basse retribuzioni e, soprattutto, basse contribuzioni previdenziali, 19,3% dal 2004, pari a poco più della metà di quelle accantonate per un dipendente, il 32,7%del salario. La Cgil calcola che i  trattamenti pensionistici nella media non arriveranno ai 350 euro al mese. Chi si fara carico un giorno di questo esercito di pezzenti?   

CHI NON VUOLE L'EUTANASIA,  MA SOLO DIGNITA' 

 Il 19 Aprile a Montesilvano  ricordiamo pure che l'Amnic, l'associazione dei mutilati e invalidi civili ha promosso una  raccolta di firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per l'aumento delle pensioni minime di invalidità, che partono da 246 euro, promossa dall' Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili, per portarle almeno al livello delle pensioni minime, che sono di di 480 euro al mese.  

Si legge nel volantino che fu per l'occasione distribuito:  

"Può un disabile vivere con soli 8 euro al giorno? Sembra assurdo, ma è questa ancora oggi la paradossale condizione degli invalidi civili totali (riconosciuti con il 100% e con meno di 60 anni) e quella di tutti gli invalidi civili parziali (dal 74 al 99%), per lo più inabili al lavoro eppure  costretti a sopravvivere soltanto con 246,73 euro al mese.  Infatti, nonostante le promesse di riforma ed incremento degli assegni, la maggior parte degli invalidi risulta tuttora esclusa  dagli aumenti per le pensioni più basse previste a favore delle categorie disagiate e fissate invece a 580 euro al mese. In tal modo il legislatore ha creato una ingiusta disparità di trattamento fra pensionati, penalizzando peraltro la fascia di cittadini con handicap, più disagiata". Le firme sono state raccolte. Ma le pensioni, a parte la social card, sono rimaste quelle. E con queste pensioni è diventato impossibile vivere.

Ma per i nostri politici forse non è facile capire.  Eppure non ci vorrebbe molto. Basterebbe eliminare ad esempio il vitalizio dei consiglieri regionali, o almeno ridurlo alla metà.  E si potrebbe cosi'  risolvere in buona parte il  problema della signora  Angela e dei tantissimi anziani nelle sue condizioni, indegne di un paese civile.  

 

L'elenco completo dei 1.377 ex deputati e 861 ex senatori che prendono il vitalizio parlamentare. Nome per nome, gli anni di contributi e l'assegno mensile

 

Filippo Tronca

 

 

 

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